«Per l’Università non serve una riforma strutturale come avvenuto per la scuola. Ci sono da fare interventi urgenti, alcuni dei quali già contenuti nella Legge di Stabilità, poi ci vorrà una visione di sistema complessiva». Francesca Puglisi, responsabile della Scuola del Pd, sta lavorando al progetto di Nuova Università.
 Il premier ha parlato di 500 cervelli da assumere al volo…
«Non ci sono soltanto loro, i cosiddetti superdocenti. C`è anche un piano, già previsto nella Legge di Stabilità, per l`assunzione di 1.000 ricercaton. E un bel segnale dopo anni e anni di tagli».
Entreranno per concorso?
 «Secondo le normative attualmente vigenti. E un`importante iniezione di risorse. Poi c`è da lavorare sulla visione d`insieme e per questo ci incontreremo a Udine».
Cioè?
«Il 23 e il 24 (oggi e domani per chi legge ndr) due giorni di confronto con tutti gli attori del sistema, dal ministro Giannini ai sottosegretari ai rettori, ai ricercatori. Tutti divisi in gruppi di lavoro per disegnare la strada».
Argomenti clou?
 «Per esempio quello sul sistema di reclutamento che deve essere semplificato. Attualmente il percorso pre-ruolo dei ricercatori è pieno di ostacoli».
Parlo dell`introduzione della figura unica del ricercatore?
 «Forse, ma vogliamo capire che cosa porterà il confronto».
Sui 500 si deciderà a Udine?
«Si tratta di figure che dovranno valorizzare i nostri atenei, italiani o stranieri non ha importanza».
Assunti a chiamata diretta?
 «Si sta studiando. Le modalità sono ancora da stabilire».
Autonomia degli atenei?
«Mi piace chiamare tutto questo piano Sblocca Università, proprio per dare il senso di quanto sia stata `fermata` negli ultimi anni. Gli atenei del futuro obbediranno a regole di budget con relativi controlli. E basta».
 È l`idea di privatizzazione?
«Ci sono due scuole di pensiero: una che prevede di tramutare immediatamente tutte le università in Fondazioni. Lo potremmo fare domattina. L`altra che vuole arrivare allo stesso risultato, abrogare tutti i vincoli legati alla pubblica amministrazione, e presuppone un intervento legislativo di `esclusione`. Ogni norma riferita alla p.a. se non cita università e ricerca non vale».
Quanto pesano gli studenti in questo piano?
«Ne sono il fulcro. Si dovrà rivedere il sistema relativo al diritto allo studio. Non tutte le regioni si comportano allo stesso modo nella gestione dei fondi statali destinati a sostenere i meritevoli».
E i prof?
«Negli atenei c`è la necessità dell`innovazione didattica e di una maggiore integrazione con il mondo del lavoro».
Cioè i docenti saranno valutati?
«Saranno valutati docenti e atenei e di queste valutazioni si terrà conto nell `assegnazione dei fondi di finanziamento ordinario. Anche i professori non potranno più basarsi solo sulla produzione scientifica. Dovranno dimostrare capacità di rinnovare la didattica. E il loro rendimento sarà stabilito anche dall`indice di occupazione degli studenti una volta laureati».

Ne Parlano