Sapevamo già che al referendum di Bologna avrebbe vinto l`opzione A che chiede lo stop ai finanziamenti comunali alle scuole paritarie. L`esito era scontato perché il quesito del referendum era costruito come un sondaggio d`opinione». Francesca Puglisi, senatrice e responsabile nazionale Scuola del Pd, non considera assolutamente il risultato della consultazione come una sconfitta. «Non lo è, né per l`amministrazione, né per il Pd», sottolinea.
 Senatrice, al di là di qualsiasi considerazione, ha vinto il fronte che chiede di eliminare i finanziamenti alle scuole private…
«Era un risultato annunciato. Il quesito chiedeva: ‘Vuoi che un milione di euro venga dato alla scuola pubblica o a quella privata?’. Era un sondaggio d`opinione, più che un referendum. È chiaro che a questa domanda sei portato a rispondere che vuoi darli alla scuola pubblica. La domanda era fuorviante e non rappresentava la realtà del sistema di convenzioni con le paritarie».
La partecipazione è stata molto bassa, appena il 28, 71%, come mai?
«Colpisce questa partecipazione così bassa. Hanno votato circa 85.000 persone, 50.000 per l`opzione A e 35.000 per mantenere, con l`opzione B, il finanziamento alle scuole paritarie. Credo che molti cittadini abbiano compreso bene che la discussione, per come era posta, era fuorviante. A Bologna non c`è mai stata una partecipazione così bassa a un referendum consultivo».
La vittoria di chi vuole che vengano tolti i finanziamenti alle paritarie costituisce una sconfitta per il Pd, visto che caldeggia la soluzione opposta?
 «Assolutamente no. Il successo di un partito non si misura certo da un quesito di una consultazione civica». Cosa succederà a Bologna dopo il risultato del referendum?
«Mi auguro che, fin da oggi, tutti lavorino con l`obiettivo di dare una risposta ai 103 bambini che sono ancora in lista d`attesa per la scuola materna. E non certo a causa di un disimpegno del Comune che, anzi, ha investito 37 milioni di euro, un quarto del proprio bilancio, per garantire la scuola pubblica. A Bologna, caso unico in tutt`Italia, il 60% delle scuole sono gestite direttamente dal Comune che, negli ultimi due anni, nonostante tagli per 132 milioni di euro da parte del governo, ha aperto nove sezio- ni di scuola materna. A Bologna è lo Stato che non fa la propria parte».
Perché?
«Perché con il suo misero 18% di offerta scolastica, una percentuale che nelle altre regioni invece corrisponde al doppio, ha generato le liste d`attesa. L`appello che faccio a chi ha votato il quesito A, per togliere i finanziamenti alle paritarie, è che si uniscano a noi nel chiedere con forza allo Stato di fare la sua parte».
Il Comune di Bologna, visto l`esito del referendum, rivedrà il sistema di convenzioni con le scuole private?
«A Bologna, nelle prossime settimane, inizierà un`istruttoria pubblica, un percorso aperto ai cittadini, per discutere dei criteri con cui vengono erogati i finanziamenti alle scuole paritarie. I parametri possono essere rivisti: ad esempio si può modificare il tetto delle rette oppure i requisiti d`accesso alle scuole private».
 Però non verranno eliminati i finanziamenti…
«No, perché il Comune con il milione di euro che dà alle scuole convenzionate private, una cifra irrisoria rispetto al suo bilancio, garantisce che vengano tenute basse le rette per 1.764 bambini che frequentano le scuole materne paritarie, nella maggior parte dei casi perché non hanno trovato posto alle pubbliche. Le scuole paritarie, ricordo, devono rispondere a criteri di qualità educativa e di accesso fissati dal Comune».

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