E’ incostituzionale vietare il riconoscimento di un figlio, nato in Italia grazie alla procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero, da parte di entrambe le madri di una coppia omosessuale. Riconoscere come madre solo la donna che ha partorito e non la cosiddetta madre intenzionale, che ha prestato il consenso alla pratica fecondativa, viola gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza numero 68, depositata oggi, che ha ritenuto “fondate” le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Lucca.
La Corte costituzionale ha riconosciuto il diritto della madre intenzionale di riconoscere il figlio partorito dalla compagna. Un pronunciamento che mette al centro il prevalente interesse del bambino e della bambina e il suo diritto alla tutela degli affetti famigliari. Le famiglie Arcobaleno non potranno più essere vessate e non riconosciute. È una decisione che ridà piena dignità a tante famiglie – prosegue – che finora hanno vissuto in una condizione di incertezza e disuguaglianza, che con la crociata lanciata da questo governo contro di loro si sono visti togliere il riconoscimento delle relazioni genitoriali. È tempo che anche il Parlamento riconosca pienamente le famiglie omogenitoriali e i diritti dei bambini e delle bambine, mettendo al centro il loro benessere, la loro identità e la loro sicurezza giuridica. E’ assurdo che anche in una giornata importante come questa, in cui si conferma la sacralità dei principi della nostra Costituzione, esponenti del governo e della maggioranza non risparmino polemiche e attacchi contro la Consulta, dimostrando ancora una volta di non rispettare le nostre istituzioni e confermando una visione arcaica dei diritti e della famiglia”. Lo dice il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato.
Quella di oggi è una giornata che resterà nella storia dei diritti civili nel nostro Paese. Abbiamo da pochi giorni festeggiato i 50 anni del nuovo diritto di famiglia e un altro tassello si aggiunge nel riconoscimento delle famiglie: con la sua pronuncia, la Corte Costituzionale afferma con chiarezza che se due donne decidono di aver un figlio ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita all’estero, anche la madre intenzionale ha il diritto di essere riconosciuta come genitore sin dalla nascita del proprio figlio o figlia anche in Italia. È una decisione che ridà piena dignità a tante famiglie che finora hanno vissuto in una condizione di incertezza e disuguaglianza, che con la crociata lanciata da questo governo contro di loro si sono visti togliere il riconoscimento delle relazioni genitoriali. A questo proposito un plauso va a quei sindaci che nonostante questo hanno continuato a trascrivere gli atti di nascita”. Lo dichiara la senatrice del Partito Democratico Cecilia D’Elia, commentando la sentenza della Consulta.
La sentenza di oggi della Consulta è preziosa perché ribadisce due principi fondamentali. Per prima cosa rimette al centro e riconosce il prevalente diritto del minore nel progetto di genitorialità, dichiarando l’illegittimità costituzionale del divieto da parte della madre intenzionale di riconoscere il figlio della madre biologica in una coppia omogenitoriale. In secondo luogo, con un pronunciamento storico, la Corte riconosce costituzionalmente legittima la possibile estensione, da parte del legislatore, dell’accesso alla Pma anche alle donne single, sottolineando ancora una volta il principio di autodeterminazione delle donne nel rispetto della dignità del corpo. A questo punto, in coerenza con i pronunciamenti della Corte, due interventi legislativi si rendono quanto mai urgenti. Il primo riguarda la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, che va rivista proprio per ricomprendere le donne single nel ricorso alla Pma. Il secondo riguarda la revisione della legge sull’adozione, per prevedere quella del figlio o della figlia del compagno/a nelle coppie omogenitoriali, per tutelare appunto il preminente interesse del minore agli affetti”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.

Boccia: “Sentenza storica, stop a discriminazione famiglie Arcobaleno, assurdi attacchi destra a Consulta”
D’Elia: "Una sentenza che restituisce diritti, dignità e futuro alle famiglie Arcobaleno"
Valente: "Sentenza preziosa, riconosce diritti minori e libertà donne"