“La Carta d’Identità Elettronica (Cie) è un documento fondamentale, utile al cittadino soprattutto nel dialogo con la Pubblica Amministrazione. Nonostante questo i cittadini italiani residenti fuori dai paesi Ue non la possono richiedere. Ancora una volta assistiamo ad una palese ingiustizia. Gli italiani residenti all’estero non sono cittadini di ‘serie B’ e hanno tutto il diritto di essere trattati come i connazionali in patria”. E’ quanto afferma la senatrice del Partito Democratico, Francesca La Marca, eletta nella circoscrizione estero, ripartizione America Settentrionale e Centrale, che ha presentato un’interrogazione al ministero degli Affari Esteri e la cui risposta è stata giudicata “quanto mai insoddisfacente” “Nella risposta, il sottosegretario Giorgio Silli sottolinea che l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, incaricato della realizzazione materiale delle Cie, sta ultimando gli sviluppi del software che permetterà alle sedi estere il rilascio autonomo del documento. Le prime Sedi pilota individuate per la sperimentazione sono Tel Aviv, Ottawa, Valona, San Francisco, Cordoba e Cape Town, che dovrebbero essere in grado di rilasciare la CIE nei prossimi mesi”, spiega La Marca. “Si tratta di una risposta fumosa che non fornisce una tempistica precisa riguardo l’avvio di questa sperimentazione e soprattutto non fornisce una stima temporale di quando tutti i cittadini italiani residenti all’estero potranno fare finalmente domanda per la Cie. Si tratta di un tema su cui ho sollecitato più volte il ministero e per cui continuerò ad impegnarmi”, aggiunge La Marca. “Questo GOVERNO ha già dimostrato più di una volta la scarsa attenzione verso gli italiani residenti all’estero, che hanno tutto il diritto a ricevere risposte e ad essere serviti da una burocrazia efficiente. Già intravedo un altro problema il rilascio della CIE comporterà un’importante e aggiuntivo carico di lavoro per Ambasciate e Consolati che, come è noto, vivono una perdurante situazione di carenza di personale. Mi chiedo se a questo il GOVERNO abbia pensato visto che nella risposta di Silli non ve n’è traccia”, conclude La Marca.


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