La vice Presidente del Senato Valeria Fedeli ha ricevuto oggi a Palazzo Madama Tawakkul Karman, madre della primavera araba in Yemen, insignita nel 2011 del Premio Nobel per la Pace, per la sua attività a difesa dei diritti delle donne e per le numerose e non violente manifestazioni organizzate per la piena affermazione dei diritti di pensiero e di parola in Yemen.
Al centro del colloquio, promosso dalla Fondazione EYU, sono stati i temi della tutela e promozione dei diritti umani, il ruolo delle donne nei processi di costruzione di pace e sicurezza, l’esigenza di un processo di riconciliazione in Yemen e di riforme istituzionali per rilanciare lo sviluppo del Paese.
“Sono felice e orgogliosa – ha dichiarato la vicepresidente Fedeli – di accogliere in questa sede una giovane divenuta per molti un esempio grazie al suo impegno in difesa dei diritti delle donne e dei diritti umani; colpisce il coraggio con cui ha portato avanti le sue battaglie non violente in un contesto difficile come quello delle primavere arabe, che sono state un importante passo in avanti verso quei principi di libertà e democrazia che oggi hanno bisogno di essere sostenuti”.
“Condivido pienamente – ha continuato Valeria Fedeli – il fatto che per Tawakkul Karman la libertà delle donne è un elemento indispensabile per far crescere la pace, questo è un principio fondamentale per porre fine a conflitti e discriminazioni. È forte la volontà delle nostre istituzioni di sostenere i processi di pace, anche in termini di cooperazione. In Italia abbiamo da poco costituito la rete WIIS Italy, il punto di riferimento italiano per l’organizzazione delle Donne nella Sicurezza Internazionale, Women in International Security, proprio per sostenere una maggior inclusione delle donne nei settori della pace, della difesa e della sicurezza, e promuoverne la leadership”.
All’incontro, promosso dalla Fondazione EYU, hanno partecipato, tra gli altri, Giacomo Filibeck, vice Segretario Generale PSE, Jens Orback, segretario Generale dell’Olof Palme International Center e Adrio de Carolis, presidente Fondazione EYU.


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