‘La Sardegna non chiede niente di più di ciò che le è dovuto’. Lo ha detto il senatore del Pd eletto in Sardegna Silvio Lai intervenendo in aula durante la dichiarazione di voto, a nome del suo gruppo, sulle mozioni sulla crisi economica che ha colpito l’isola.
‘Noi sardi – ha proseguito il parlamentare – chiediamo che venga istituito un tavolo tecnico che dica quanto costa portare il metano in Sardegna. Vogliamo che i costi della continuità territoriale non siano posti a carico del bilancio della Regione. Noi voogliamo che una Tirrenia privatizzata non voglia dire che il traghetto costi 700 euro, ma che sia pari alla cifra che paga un cittadino italiano quando si sposta per la stessa distanza. Noi non chiediamo che vengano cancellate le servitù militari, ma contestiamo che noi mettiamo il 61% del territorio e che in Sardegna si investe solo il 2% dei costi della difesa. Noi chiediamo – ha aggiunto Lai – di non essere puniti sul settore agricolo nell’anno dell’Expo, perché non è possibile che, nell’anno in cui aumenta del 20% la quota di pesca del tonno rosso, non una barca in Sardegna possa pescarlo’.
‘Vogliamo utilizzare – ha chiesto ancora il senatore Pd – i soldi del Fondo sociale europeo per la Sardegna per la cassa integrazione in deroga: 100 milioni di euro nostri da utilizzare per non lasciare i lavoratori sardi senza stipendio. Noi chiediamo che, a sette anni dal grande inganno del G8 a La Maddalena, le risorse che sono lì tornino alla Regione, per consentire a quell’isola di ripartire. Chiediamo di poter rivedere il piano carceri, che prevede che 1.000 persone sottoposte al 41-bis vengano in Sardegna, quando la nostra Regione dovrebbe sopportarne non più di 50. Queste non sono richieste generiche e il Parlamento, votando queste mozioni, sta chiedendo al governo di fare la propria parte. Io sono convinto che questi impegni presi in quest’Aula saranno rispettati, perché in quest’anno è successo di meglio che negli altri nel rapporto tra la Sardegna e l’esecutivo. I sardi – ha concluso Lai – si fidano, ma si fidano di più se anche il Parlamento li sostiene’.
‘Noi sardi – ha proseguito il parlamentare – chiediamo che venga istituito un tavolo tecnico che dica quanto costa portare il metano in Sardegna. Vogliamo che i costi della continuità territoriale non siano posti a carico del bilancio della Regione. Noi voogliamo che una Tirrenia privatizzata non voglia dire che il traghetto costi 700 euro, ma che sia pari alla cifra che paga un cittadino italiano quando si sposta per la stessa distanza. Noi non chiediamo che vengano cancellate le servitù militari, ma contestiamo che noi mettiamo il 61% del territorio e che in Sardegna si investe solo il 2% dei costi della difesa. Noi chiediamo – ha aggiunto Lai – di non essere puniti sul settore agricolo nell’anno dell’Expo, perché non è possibile che, nell’anno in cui aumenta del 20% la quota di pesca del tonno rosso, non una barca in Sardegna possa pescarlo’.
‘Vogliamo utilizzare – ha chiesto ancora il senatore Pd – i soldi del Fondo sociale europeo per la Sardegna per la cassa integrazione in deroga: 100 milioni di euro nostri da utilizzare per non lasciare i lavoratori sardi senza stipendio. Noi chiediamo che, a sette anni dal grande inganno del G8 a La Maddalena, le risorse che sono lì tornino alla Regione, per consentire a quell’isola di ripartire. Chiediamo di poter rivedere il piano carceri, che prevede che 1.000 persone sottoposte al 41-bis vengano in Sardegna, quando la nostra Regione dovrebbe sopportarne non più di 50. Queste non sono richieste generiche e il Parlamento, votando queste mozioni, sta chiedendo al governo di fare la propria parte. Io sono convinto che questi impegni presi in quest’Aula saranno rispettati, perché in quest’anno è successo di meglio che negli altri nel rapporto tra la Sardegna e l’esecutivo. I sardi – ha concluso Lai – si fidano, ma si fidano di più se anche il Parlamento li sostiene’.