Ci vuole equità tra chi ha già la pensione e chi rischia di non averla mai’
«Massimo rispetto per la Corte costituzionale, ma in
questa sentenza c`è uno scarso bilanciamento del principio di
equità sottolineato dalla stessa Corte. Prevale la tutela del potere
di acquisto delle pensioni più basse rispetto all`altro principio
fondamentale dell`equilibrio del bilancio e della sostenibilità
del debito garantito dal nuovo articolo 81 della Costituzione,
che dà forza a quelli che sono i nostri accordi in sede
europea». Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato, pd,
critica la decisione della Consulta
di cassare il congelamento delle pensioni superiori a tre
volte il minimo nel 2012-2013. «Anche l`articolo 81 che impedisce
l`aumento del debito pubblico deve essere considerato un elemento di equità. In
questo caso equità intergenerazionale, tra chi prende la
pensione oggi e chi rischia di non avercela domani».

La Corte si è spinta troppo avanti?

«Al di là delle pensioni basse, che sono un problema, questo
quadro di finanza pubblica ci presenta anche altre emergenze
sociali: l`aumento della disoccupazione giovanile, delle
famiglie sotto la soglia di povertà. Ora bisognerà trovare
una dozzina di miliardi di euro, che forse potevano avere una
distribuzione più equa».
I giudici, insomma, hanno
invaso il campo di gioco del governo?

«Una pensione di 1.405 euro
lordi è bassa, ma è qualcosa in più di quello che ha un giovane
disoccupato, che la pensione rischia di non averla proprio. E
queste sì, sono scelte di politica economica e sociale che spettano
al governo e al Parlamento».
Cosa dovevano fare i giudici
della Corte?

«Limitarsi a bocciare la norma.
A febbraio la Consulta ha censurato la Robin Hood tax
sulle imprese del settore energetico. La Corte cassata, ma
non retroattivamente. In quel caso non ha chiesto la restituzione
delle maggiori imposte pagate dalle imprese, proprio
tenendo conto dell`equilibrio dei conti pubblici. Ora no. Da
quanto capisco, comunque, è stata comunque una decisione molto contrastata».

Se fossimo già stati in pareggio di bilancio, con il nuovo
articolo th sarebbe scattata la manovra correttiva automatica.
Non è un po` troppo rigido?
 «Una riflessione su questo
aspetto va fatta. Quando è stato introdotto il nuovo articolo era
un momento di assoluta emergenza. È vero che quel vincolo,
in quei termini, può essere eccessivo nella Costituzione. Si
può rivedere, ma non è oggi il momento. Prima arriviamoci,
al pareggio di bilancio».
E come chiuderebbe la partita
coi pensionati?

«Dobbiamo minimizzare
l`impatto sui conti. Anche se molte pensioni sono basse, la
stragrande maggioranza delle stesse oggi non sono coperte
da una contribuzione effettiva. In sostanza quegli assegni sono
finanziati dai giovani, che forse non avranno neanche la
pensione minima, non una che possa essere pari a tre volte il minimo».

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