Ma non affrettiamo il giudizio, aspettiamo l’Aula
A suo modo sembra garantista Nicola Latorre, senatore pd, che non se la sente di affondare il colpo contro la ministra del Nuovo Centrodestra. Anzi, lancia un monito ai tanti «robespierre in agguato» e sospende il giudizio in attesa del chiarimento in Aula. Piuttosto calca la mano sugli elementi «sgradevoli» – dice lui emersi dalle indiscrezioni. E una volta di più rimarca la barbarie di quei nastri, come un segnale pessimo ma probabilmente non raro del rapporto esistente in certi casi tra alcuni segmenti del mondo dell`impresa e alcuni settori più esposti della pubblica amministrazione.
Il partito democratico chiede che il ministro De Girolamo faccia chiarezza in Parlamento: lei che idea s`è fatto?
 «Io credo che saremmo poco corretti se esprimessimo adesso dei giudizi a caldo su questa vicenda così delicata ma sono convinto che sia importantissimo che la De Girolamo riferisca in Aula: sulla base di quello che dirà poi faremo le nostre valutazioni».
Certo è che dalle registrazioni non vengono fuori lezioni di stile: non le pare? «È proprio così, purtroppo. Dalle indiscrezioni emergono elementi sgradevoli che lasciano molto perplessi».
Perché dice ‘purtroppo’?
«Perché anche questa vicenda non aiuta a recuperare e a rendere più positivo il rapporto tra il Paese reale e la politica. C`è ancora troppa diffidenza nella società di fronte ai partiti e alle istituzioni, ed episodi del genere non aiutano. Ecco perché spero che dal chiarimento atteso in Aula emergano altri elementi: vede, noi dobbiamo usare misura nei giudizi».
Vero è che si tratta pur sempre di registrazioni carpite in maniera subdola: fa venire in mente alcune insurrezioni contro le intercettazioni a pioggia. Lei che ne dice?
«Attenzione, dobbiamo distinguere».
Prego.
«Non siamo di fronte allo stesso fenomeno. Una cosa è l`uso improprio che spesso si fa delle intercettazioni, con una diffusione che a volte viene fatta in maniera strumentale, più per responsabilità di alcune talpe nelle procure aggiungo io – che non dei giornalisti. Altro conto è questo genere di registrazioni».
E come se le spiega?
«È un altro brutto segnale del rapporto perverso che c`è in alcuni casi tra politica e amministrazione, tra politica e impresa, laddove spesso il ricatto pervade il sistema». Ma ammetterà che tutto questo alimenta la voglia di tanti di vedere cadere teste al governo, come accadde per Idem?
 «I robespierre sono sempre in agguato… Detto questo mi preme osservare: la nostra Idem, per vicende molto, ma molto più piccole di quelle che hanno caratterizzato i comportamenti di altri ministri, ravvisò la necessità di rassegnare le proprie dimissioni con un atto di grande correttezza e generosità perché lei capì che in questo momento soprattutto bisogna tenere conto che le istituzioni vanno preservate e devono essere inattaccabili».
Il caso De Girolamo scoppia proprio mentre la maggioranza riflette sulla necessità di un rimpasto, alla luce sia dello strappo di Forza Italia che delle primarie pd: qual è il suo giudizio?
«Non credo che il tema rimpasto debba essere l`oggetto del confronto politico, adesso».
Invece?
«Adesso i partiti, a mio avviso, devono essere ben determinati a realizzare una profonda azione di governo che sia innanzitutto di sostegno allo sviluppo e al lavoro. Ecco perché ho apprezzato in modo particolare l`impegno di Renzi nella direzione di un patto di coalizione. Poi verrà il resto».
Si riferisce al rimpasto?
«Per favore, non usiamo più quella parola».
Perché?
«Fa venire i brividi ed è un`altra di quelle espressioni che sono il segno della frattura tra società e politica, che sanno di distribuzione di posti e occupazione di poltrone». Dunque niente rimpasto, però qualcosa bisognerà pur farla dopo la riflessione sulle cose da realizzare?
«Prima i contenuti, poi il presidente del Consiglio – insieme al Quirinale – verificherà quale sarà la strada migliore per realizzarli».
E qui torniamo alla De Girolamo: non si può ignorare che una delle ragioni sottese al rimpasto è proprio il sovradimensionamento della compagine di Alfano dopo lo strappo di Forza Italia. Non trova?
 «Capisco, ma il tema non può essere il sovradimenzionamento del Nuovo Centodestra».
E quale, allora?
«Il tema deve essere la capacità operativa del governo. L`obiettivo della maggioranza sia sempre l`azione concreta dell`esecutivo. Anche perché i rapporti tra i partiti non possono essere ispirati al bilancio del manuale Cencelli».

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