«I bombardamenti contro l`Isis in Iraq? Non mi risulta una richiesta ufficiale della comunità internazionale in questa direzione. Tuttavia possono esserci stati dei sondaggi che rientrano nei rapporti tra le diverse diplomazie. Se dovessi esprimere una mia opinione credo che l`Italia dovrà concentrare i suoi sforzi e le sue risorse in un altro capitolo fondamentale della guerra all`Isis: la Libia». Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa del Senato, è stato a capo della segreteria dell`allora presidente del Consiglio Massimo D`Alema, quando nell`autunno del 1999 l`Italia prese parte ai bombardamenti Nato del Kosovo. E anche allora la partecipazione italiana ai bombardamenti provocò contrasti tra le forze politiche. «Quando arrivammo noi a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Romano Prodi aveva già conferito alla Nato, credo nel luglio di quell`anno, alcune capacità militari. Che temporalmente diventarono operative dopo che D`Alema divenne presidente del Consiglio».
Scelta che spaccò là sinistra.
«Direi scelta giusta e tardiva dal momento che era in atto la pulizia etnica in Kosovo da parte dei serbi. Una pulizia che giustificava un intervento militare».
Grillo e Sel protestano, chiedono che sia il Parlamento a decidere il nostro impegno militare nella guerra all`Isis.
«Ripeto, nessuna richiesta ci è pervenuta e il governo Renzi si era già impegnato al passaggio parlamentare ove fossero arrivate richieste di un impegno militare diretto».
 Ma se invece fossero in corso consultazioni preventive?
 «Non mi scandalizzerei ma resto ai fatti».
 Nell`estate del 2014, il Parlamento ha già deliberato un aiuto militare in Iraq…
«Le commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato deliberarono il rifornimento di armi ai curdi. E l`utilizzo di ricognitori, di aerei di rifornimento di carburante in volo e di addestratori militari in Iraq. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi si impegnò che qualsiasi altra iniziativa attiva sarebbe stata condivisa solo dopo essere stata approvata dal Parlamento».
Presidente Latorre, se la comunità internazionale dovesse chiederci ufficialmente un diverso impegno militare nel contrasto all`Isis?
«Noi siamo già impegnati in missioni internazionali in Libano, nei Balcani, in Afghanistan. E il nostro impegno nella lotta al terrorismo, all`Isis non è in discussione».

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