‘Prima di individuare una nuova candidatura – ha continuato – bisogna sciogliere il nodo politico di fondo. O decidiamo di convergere su una candidatura come quella di Stefano Rodotà, che pur con la sua solida tradizione politica e un indiscutibile spessore morale, rischierebbe però di dividere il Paese. Oppure decidiamo di comportarci come sette anni fa, quando pur potendo eleggere Massimo D’Alema ritirammo la sua candidatura perché divisiva e mettemmo in campo Giorgio Napolitano che, pur non votato dal centrodestra, non fu certamente osteggiato’.
Rispondendo a Nichi Vendola che aveva accusato il Pd di fare un congresso, Latorre ha risposto che ‘non è un tema all’ordine del giorno ma sarebbe ipocrita non riconoscere che all’interno del Pd c’è un disagio diffuso’.