«L`Italia convochi con urgenza un vertice europeo a Roma, per creare un coordinamento sulla Libia». Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, interviene sulla questione libica.
Ieri, in un`editoriale sul Corriere della Sera, Franco Venturini sosteneva che l`Italia «non può rimanere semplice spettatrice, se l`Isis punterà il piede dell`acceleratore in Libia».
«Condivido l`impianto dell`editoriale. E sono convinto che la responsabilità che l`Ita- Ha intende assumersi, ci impone di mettere in campo una nuova fase dell`iniziativa politica in Libia».
Il nuovo governo è in via di formazione e si susseguono gli attentati.
«Sì, le notizie, fortunatamente smentite, dell`attentato al premier designato Al Sarraj, e gli attacchi delle scorse settimane, testimoniano che ormai lo scenario libico ha raggiunto un drammatico livello di guardia. E confermano che la Libia è sempre di più l`obiettivo di un nuovo insediamento del Daesh».
Che fare, dunque?
«Innanzitutto dobbiamo ribadire quel che ha detto il ministro degli Esteri Gentiloni, che cioè qualsiasi iniziativa di supporto alla stabilizzazione della Libia dovrà essere richiesta dal nuovo governo libico e condivisa dal consiglio di si- curezza delle Nazioni Unite. Va ricordato che prima la conferenza di Roma poi l`accordo raggiunto tra i rappresentanti di Tripoli e di Tobruk sono il frutto di un successo dell`iniziativa italiana, fortemente supportata dagli Stati Uniti e degli altri alleati, oltre che discussa con la Russia».
C`è il timore che alcuni Paesi possano assumere iniziative unilaterali, come bombardamenti aerei.
«Qualsiasi iniziativa unilaterale sarebbe sbagliata e riproporrebbe circostanze che hanno già prodotto conseguenze negative. Spero che si tratti di indiscrezioni prive di fondamento. Ma riterrei utile e indispensabile che si convochi con urgenza a Roma un vertice europeo, con Germania, Gran Bretagna e Francia. Affinché, d`intesa con Stati Uniti e Russia, si formi e operi a Roma un coordinamento permanente che valuti ogni sviluppo possibile, nelle more della formazione del nuovo governo unitario libico».
Compresa l`opzione militare?
«Dobbiamo assolutamente evitare qualsiasi violazione della sovranità libica e quindi escludere interventi militari non richiesti. Ma allo stesso tempo non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai rischi. Non devono essere escluse, in linea di principio, anche iniziative che servano a frenare l`avanzata del Daesh e a proteggere i pozzi petroliferi».
Iniziative di che tipo?
«Iniziative anche aeree di contenimento e protezione, sempre d`intesa con premier libico e colleghi europei. Operazioni finalizzate a fronteggiare eventuali emergenze».


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