“Prima ancora di fare politica attiva, da cittadino e da imprenditore, denunciavo come lo Stato, attraverso le sue diverse articolazioni (Regioni, Province , Comuni, ma anche società partecipate) contribuisse ad affamare i lavoratori ricorrendo a gare d’appalto fatte tutte secondo una logica di risparmio esasperato. Se ci fosse stata una legge sulla rappresentanza il problema non sarebbe esistito…probabilmente”. Lo scrive in un post su Facebook il sen. Mauro Laus, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Il 15 settembre del 2016 – aggiunge – con il gruppo del Pd in Regione Piemonte presentammo una proposta di legge al parlamento (primo firmatario: il sottoscritto) per l’introduzione del salario minimo, proposta ostacolata da tutte le forze politiche, ma anche da tanti stakeholder esterni … mi ero sentito un marziano… Il 3 maggio 2018 da senatore fui il primo a depositare una proposta di legge sul salario minimo: fissavo il tetto a 9€/ora, al netto degli oneri previdenziali e assistenziali. Sembra un secolo fa”.
“Adesso l’Europa sollecita gli Stati membri a intervenire sulla giusta retribuzione – conclude Laus – cosa che mi fa piacere. La direzione è presa perciò la soluzione sembra più vicina. Perché con la propaganda e la caciara (quelle che hanno rallentato il percorso negli ultimi anni) i problemi non si risolvono. In questo clima di ritrovato (!?) impegno collettivo pongo dunque i punti per me imprescindibili: un salario minimo per ogni settore stabilito dai contratti collettivi, una legge sulla rappresentanza, un intervento sul cuneo fiscale. Si chiama strategia coordinata. E non solo si può, ma si deve fare”.

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