Mauro Laus, ex presidente del Consiglio regionale e oggi senatore del Partito democratico, è uno dei principali sostenitori del segretario metropolitano Mimmo Carretta. Nelle scorse settimane aveva indicato Stefano Lo Russo come il candidato migliore per le prossime amministrative.

Senatore, d`accordo sul rimandare le primarie?

«Nessuno le vuole far saltare. Fino a poche settimane fa c`erano due correnti di pensiero, e io ho sempre sostenuto le primarie, spiegandone le ragioni. C`è un`altra parte del partito che sosteneva fossero inutili e pericolose. Ora hanno fatto un`inversione a “U”, proprio nel momento in cui a causa della pandemia sono impossibili: siamo in zona arancione, nessuno sa di che colore saremo la prossima settimana. Chi le sostiene ora usai nostri vecchi argomenti, ma in una situazione cambiata».

Ha fatto bene il segretario a procedere con una forzatura?

«Le discussioni e le decisioni negli organi ufficiali non sono forzature. Qui non c`è un voto in più o un voto in meno. C`è un percorso importante e una discussione che non è finita ieri, visto che è stato dato mandato al segretario di proporre soluzioni con la coalizione. Non ho mai sentito che Carretta non voglia confrontarsi con il segretario regionale, con cui c`è un ottimo rapporto, e con la dirigenza nazionale».

Alcuni suoi colleghi sostengono che la direzione non abbia un mandato forte, venendo da un`epoca politica passata. È d`accordo?

«Questa cosa è illogica, oltre che irrispettosa nei confronti di tanti amministratori che stanno esercitando il loro mandato. Un organo o è ufficiale, o non lo è. Inoltre parliamo dello stesso organo che vaglierà le liste elettorali. Se non è valida politicamente, allora vuol dire che quasi tutte le direzioni provinciali e regionali d`Italia, oltre che le segreterie, non lo sono: buona parte dei congressi sono stati fatti con un quadro politico diverso, in cui non eravamo nemmeno alleati di governo del Movimento 5 Stelle. Certo che il quadro è cambiato: quindi vogliamo rifare un congresso adesso per trovare i candidati per le amministrative?».

Se la direzione prosegue per questa strada non rischia una rottura?

«Non si è consumata nessuna rottura: si chiama democrazia. Dobbiamo iniziare           iniziare la campagna elettorale, e la segnaletica ci porta ad andare avanti, non a percorrere una strada dove c`è un divieto d`accesso. Fino all`ultimo cercheremo una mediazione e il candidato sarà di tutti. Lì si dimostra la responsabilità. Tanto più è forte l`intervento nazionale tanto più alta è la nostra incapacità e irresponsabilità».

E per quanto riguarda il candidato?

«I lettori de La Stampa ricorderanno che quando veniva proposta la candidatura di Guido Saracco, all`unanimità tutti sostenevano che il profilo dovesse essere competente, in grado di dare respiro internazionale e visione decennale a Torino. Anche qui vedo un`inversione a “U” di alcuni colleghi: per loro sembra importante solo vincere, la competenza non importa più. Ecco, dovrebbero spiegare queste due inversioni».


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