LE DIFFICOLTA DI ALITALIA NEL PORTARE ALTRAGUARDO LA TRATTATIVA CON ETIHAD e l`evidente condizione di debolezza in cui tanto la compagnia quanto il governo italiano sono costretti a muoversi inducono a una riflessione che, non molto tempo fa, avevamo avuto modo di aprire, come gruppo democratico, nell`ambito della competente commissione del Senato.
La riflessione riguardava l`opportunità di collocare il futuro di Alitalia nel contesto di un progetto industriale in grado di fare i conti con l`evoluzione che l`assetto del sistema principale dei trasporti italiani, quello che lega tra loro i più importanti nodi urbani del Paese, ha conosciuto in questi anni, soprattutto dopo l`entrata in pieno funzionamento della rete ad alta velocità ferroviaria.
Un`evoluzione che, anche per le caratteristiche geografiche della nostra penisola, consentirebbe di guardare a un possibile scenario di forte integrazione tra la modalità ferroviaria superveloce e la modalità aerea, lasciando certo al mercato di giocare sul fronte della libera offerta, pur senza trascurare l`opportunità di mettere in gioco un «campione nazionale», in grado di: ottimizzare le proprie prestazioni e i propri risultati economici, giocando sulla bi-modalità.
Uno scenario di questo genere, che avrebbe potuto realizzarsi in anticipo attraverso un di matrimonio da contrarsi secondo modalità e tempistiche tutte da definire, del gruppo Ferrovie dello Stato con Alitalia, può tornare oggi di stringente attualità, alla luce dell`ultima presa di posizione di Etihad, e delle stringenti condizioni che essa pone per dare semaforo verde al proprio ingresso.
Scenario che, a questo punto, non può evidentemente porsi quale piano alternativo alla nascente partnership societaria con la compagnia di Abu Dhabi, ma quale incremento della «dote potenziale» che la parte italiana è in grado di apportare, guadagnando peso in quella che dovrà essere la configurazione dei programmi di rilancio industriale di Alitalia.
Un`intelligente declinazione di questa opportunità potrebbe, infatti, generare, dalle difficoltà di oggi, un soggetto competitivo, capace in prospettiva di avvicinarsi, nel tempo, al rango di altre grandi aggregazioni, quali Air France con la Klm olandese.
 L`auspicio è che questa ipotesi, affacciatasi per qualche giorno all`attenzione delle cronache e, forse, delle stanze governative, senza tuttavia mai prendere quota, possa ora essere riconsiderata seriamente, pur nella riservatezza che le trattative in corso oggi comprensibilmente richiedono.
Dopo gli errori marchiani, e costosissimi per le tasche degli italiani, commessi in questo campo negli anni di Berlusconi e Bossi, varrebbe la pena intraprendere con coraggio una via nuova e in qualche modo originale a livello europeo, che porrebbe una tantum l`Italia all`avanguardia nel campo delle scelte industriali strategiche.

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