‘L’intervento previsto nel cosiddetto ‘decreto competitività’ sul costo dell’energia elettrica per le aziende che svolgono trasporto ferroviario merci rischia di assestare un colpo micidiale a un settore di attività già fortemente in crisi e molto sottodimensionato rispetto alla realtà degli altri grandi Paesi europei. La misura prevede la circoscrizione delle tariffe agevolate per fornitura d’energia, a oggi applicate a tutto il comparto del trasporto ferroviario, e il suo mantenimento solo per il trasporto universale delle persone. Sull’eliminazione del beneficio per l’alta velocità passeggeri, nulla quaestio. Ma quale senso ha penalizzare il già sofferente trasporto merci su ferro, mentre si sostiene in ogni atto di programmazione, da dieci anni a questa parte, che occorre investire per il riequilibrio modale da gomma a ferro?’. Lo dice il senatore del Pd Daniele Borioli, componente della Commissione Lavori Pubblici. ‘E quale senso ha – prosegue Borioli – investire miliardi nelle nuove linee ad alta capacità ferroviaria, se poi si eliminano anche le poche agevolazioni che consentono di dare ossigeno a un fronte di attività che, in ogni parte d’Europa, è sostenuto attraverso politiche attive, che guardano al ferro come ineludibile risposta all’esigenza di un modello di sviluppo più attento al rispetto dell’ambiente? È evidente – conclude Borioli – la necessità di correggere questo errore, probabilmente dovuto a una sottovalutazione delle ricadute negative che la norma porterebbe con sé’.

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