Il  senatore Pd, Stefano Esposito, è da sempre uno dei più convinti sostenitori della Torino-Lione. Per le sue posizioni critiche nei confronti della deriva violenta del Movimento No Tav ha ricevuto anche minacce di morte e intimidazioni.Ormai da anni vive sotto scorta.
Senatore cosa pensa della sentenza No Tav pronunciata ieri dal Tribunale di Torino?
«Non sono un tifoso della galera e non festeggio se le persone vengono condannate. Credo però che il Tribunale di Torino abbia finalmente certificato le violenze dell`estate 2011, che sono state negate per anni da tutto quel circo mediatico e intellettuale che si è stretto intorno alla parte violenta del movimento contro l`Alta velocità in Valsusa, a cominciare da Erri De Luca e da chi ha parlato di processo politico, per spostare l`attenzione e buttarla sull`ideologia. Questo è solo teppismo».
 Secondo lei il fronte Sì Tav ora è più forte?
«Non c`entra nulla: qui non si tratta di un processo alle idee e all`Alta velocità, ma solo di violenza. E se questa sentenza ha un merito è certamente quello di restituire dignità a quegli uomini delle forze dell`ordine che hanno fatto da bersaglio per i violenti e agli operai che lavorano nel cantiere di Chiomonte, vittime degli insulti, delle aggressioni e delle minacce dei No Tav».
Quasi 150 anni di carcere: crede che cambierà qualcosa nel movimento? «Assisteremo alla frattura definitiva,che in gran parte si è già consumata, tra coloro che hanno una legittima opinione contraria alla nuova ferrovia e l`area antagonista, anarchica e violenta che si è impossessata della bandiera No Tav. Mi auguro che chi ha accolto i violenti, adesso li rispedisca a casa. Per la Valsusa sarebbe un bene».

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