Garanzie, ho pagato un prezzo altissimo
SENATORE Esposito, i No Tav hanno avuto la gentilezza di invitarla a una polentata dalle parti del cantiere? Lei oggi sembra l`unico in grado di fermare la Torino-Lione.
«Basterebbe un grazie. Restiamo comunque su posizioni inconciliabili: loro tifano perché in Italia niente cambi, io il contrario».
Quando ha detto di essere pronto a presentare mozione per cancellare l`alta velocità se fosse confermata l`impennata dei costi, in Valle di Susa hanno creduto di essere su Scherzi a parte.
«Invece sono semplicemente in Italia. Il Paese della Salerno-Reggio Calabria. Ero convinto che la Torino-Lione avrebbe scardinato il cliché. Devono dimostrarmi che non mi sono sbagliato».
Rfi ha già smentito l`aumento della spesa di costruzione.
«Delle loro smentite non me ne faccio niente. Se hanno ragione benissimo. Altrimenti possono stare sicuri che qualche testa rotolerà. Sarò lì ad aspettarli domani in Commissione trasporti, come in America. Devono mettere la faccia davanti al popolo, prima Rfi, poi il Ministero. Voglio vedere con che coraggio verranno a giustificare dei dati che non stanno né in cielo né in terra, e che veniamo a scoprire solo oggi dal 2010».
È sorprendente che a dire tutto questo sia il paladino della Tav, il nemico numero uno degli antagonisti di mezza Europa.
«Intendiamoci: quest`opera non è mai stata la missione della mia vita. Ho pagato un prezzo personale altissimo, ci ho creduto e continua a crederci, ma sulla base dei principi che sancivano la logicità di costi e benefici. Io ho fatto della mia battaglia una questione simbolica: avevamo l`occasione per superare il trauma delle opere mcompiute, della dittatura dei `burocrati. Oggi non sono strambo, ma coerente. Chiedo il massimo della trasparenza. I conti non sono frutto di una nottata alcolica o di un lancio di dadi a Monopoli. Abbiamo preso spunto dagli svizzeri con il Gottardo e ora non si capisce perché il costo chilometrico debba essere diverso fra Italia e Svizzera. Non posso fare passare sotto silenzio una vicenda che ha dell`incredibile».
 Mario Virano, il dominus della Tav, assicura che è tutto sotto controllo e gli eventuali aumenti sono fisiologici.
«Rispetto tantissimo Virano. Come me è uno che ha sempre combattuto in trincea. Ma le sue smentite non sono rilevanti perché non è lui ad avere scritto 7,1 miliardi rispetto ai 2,9 previsti nel contratto di programma firmato dal ministero. Depuriamoli pure del 40% del contributo europeo, ma restano sempre 4,3 miliardi che non si sa da dove arrivino».
Quindi adesso lei che fa?
«Una cosa semplice, quello che dovrebbe fare un buon politico: assicurare che il denaro dei contribuenti sia speso in maniera giusta. E piantare casino se quei soldi vengono stiracchiati o usati chissà come».

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