“Dalle audizioni al Senato sul decreto sblocca cantieri emerge un quadro desolante. Del resto, già le premesse sono surreali con lo stesso governo che, nella relazione di accompagnamento al provvedimento, parla di irrilevanti incrementi di Pil rispetto al l’implementazione del decreto. Sono tanti gli aspetti che destano serie preoccupazioni: la totale assenza di norme per semplificare procedure e autorizzazioni, i tempi lunghi per nominare i commissari sblocca-cantieri e le incertezze sulla lista delle opere da accelerare, il rischio del caos normativo nel passaggio tra vecchio e nuovo codice con un drammatico impatto su un mercato in difficoltà che rischia di dover affrontare una fase transitoria che potrebbe durare anni, l’abbassamento della soglia della trasparenza e della legalità, la mancata riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, come autorevolmente sottolineato dalla Corte dei Conti. Temevamo che il decreto sblocca cantieri fosse un pannicello caldo. In realtà è molto peggio perché, non solo non avrà nessun incremento significativo sulla crescita ma rischia di bloccare e pregiudicare l’attività programmatoria. In queste settimane si deciderà il futuro dell’esecutivo. Per il bene del Paese sarebbe il caso che i due vicepremier mettessero fine a questa terrificante prova di governo”. Così Salvatore Margiotta capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici al Senato.


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