“Sulle grandi opere, nonostante le rassicurazioni di Di Maio, il governo della propaganda potrebbe arrivare al capolinea a meno che lo sfrenato poltronismo non continui ad essere il potente collante che li tiene uniti. Certo, bisognerà capire quale elettorato sarà sacrificato: quello movimentista del M5S che si ispira a Di Battista o quello produttivo del Nord che guarda a Luca Zaia?”. Lo dice il senatore Salvatore Margiotta, capogruppo del Pd in Commissione lavori pubblici.
“Salvini, l’azionista di maggioranza del governo gialloverde – prosegue Margiotta – ha detto che le opere si faranno. Tuttavia, i grillini non cedono. Chi avrà la meglio? Nel frattempo, il Paese sta in mezzo, stritolato dalle visioni opposte della Lega e del M5S sullo sviluppo infrastrutturale, che ci costano ogni giorno milioni di euro. Per non parlare delle uscite strampalate del vicepremier leghista su manovre in deficit che bruciano ulteriori risorse e mettono a rischio il futuro del Paese. L’unico obiettivo che hanno in comune è far fallire l’Italia”, conclude il senatore democratico.


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