Il sisma che nella notte del 24 agosto ha colpito il territorio appenninico compreso tra 4 regioni deve e può essere quello della svolta, in cui cominciare – da subito a fare prevenzione, oltre che a ricostruire. È arrivato il momento di operare questo grande cambiamento e di investire sulla concreta prospettiva che terremoti come questi non facciano più vittime, come già avviene in altri paesi.
Lo dobbiamo alle vittime e agli sfollati di tutti i terremoti che hanno ferito la Penisola, ma anche alla nostra storia e alla nostra identità, che altrimenti verranno sepolte sotto le macerie.
Ha ragione Pina Piciemo, che ha lanciato la proposta dalle colonne di questo giornale: l`Italia, e dunque il Pd, deve farsi protagonista di un`iniziativa legislativa dell`Unione europea per attuare concretamente l`articolo 196 del Trattamento sul funzionamento dell`Unione sulla prevenzione del rischio sismico. Un`iniziativa in grado di dettare regole e standard  comuni e di sostenere concretamente gli Stati membri in questa massiccia operazione sicurezza.
Questo governo ha già fatto molto e sta già operando con concretezza in questa direzione. Il Programma Casa Italia lanciato dal Premier Renzi, un piano pluriennale di interventi per la messa in sicurezza degli edifici, da sostenere con investimenti pubblici e privati, è certamente lo strumento giusto da declinare con incentivi quali l`estensione dell`ecobonus a caseggiati e condomini e con il fascicolo di fabbricato, da rendere obbligatorio come proponemmo dopo il 2009.
Ma il nodo centrale della questione è quello affrontato subito dal Presidente del Consiglio, con capacità di visione. L`Unione europea deve comprendere la specificità del territorio italiano, che ha una dorsale appenninica ad elevatissimo rischio sismico e un patrimonio edilizio ineguagliabile costituito da centinaia di centri storici, chiese e monumenti antichi. Non si può semplicemente radere al suolo l`esistente e ricostruire edifici antisismici. Dunque, il nostro Paese deve ottenere che le spese sostenute per la messa in sicurezza antisismica degli immobili siano svincolate dal Patto di stabilità perché now2po una spesa ma costituiscono un investimento sul negirófiresente e sul nostro futuro.
L`Esecutivo ha nominato Vasco Errani commissario per il terremoto, l`uomo giusto al posto giusto. Lo ricordo presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza Stato-Regioni nel 2009, al momento del terremoto dell`Aquila, tra i pochissimi, insieme con la presidente dell`Umbria Lorenzetti, a comprendere le reali esigenze della nostra popolazione. Ha le competenze giuste, dimostrate sul campo, per affrontare questa nuova sfida nel segno dell`efficienza, della trasparenza e della legalità. Nelle sue parole, da subito, una grande verità: non esiste un modello da seguire per la ricostruzione, ogni territorio e ogni evento hanno le loro specificità, ma solo buone pratiche cui riferirsi. Non siamo all`anno zero. Al contrario di quanto in molti hanno detto e scritto in questi giorni, anche nell`esperienza dell`Aquila ci sono elementi di cui fare tesoro. Se le new town si sono rivelate una scelta demagogica e sbagliata, la ricostruzione dei centri storici è invece stata da manuale. La
necessità si snellire le procedure senza allentare le verifiche contro le infiltrazioni mafiose ha prodotto innovazioni legislative da utilizzare. Ma sono d`accordo con Sergio Rizzo: serve anche un`operazione verità. Un piano come questo è una sfida decennale, come la ricostruzione dei centri storici. Una sfida alla quale il Pd non può rinunciare.


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