Ha scritto il direttore Primo Di Nicola in un editoriale, in questi giorni, che passata l’emergenza, portati i soccorsi a chi era bloccato e inghiottito dalla neve, reso onore ai morti, è l’ora di chiarire le responsabilità di quanto è accaduto. L’Abruzzo è la mia terra e anche questa volta ho vissuto sulla pelle e seguito da vicino il susseguirsi degli eventi drammatici. Una prima e normale nevicata nei primi giorni di gennaio, la successiva e furiosa tempesta in cui sono cadute 20 milioni di tonnellate di neve in 96 ore ininterrotte di maltempo, il ritorno violento del sisma, con quattro scosse di magnitudo superiore al 5. L’Enel e Terna sono andate in tilt, è saltata la corrente elettrica per 200 mila utenze (quasi metà Abruzzo) e con essa il riscaldamento, l’acqua e le comunicazioni.
Il terremoto è arrivato stavolta in una situazione già compromessa, che avevo già denunciato con un’interrogazione su disservizi Anas nella nevicata dei primi giorni di gennaio. E dopo il sisma è giunta la valanga che ha abbattuto l’hotel Rigopiano, si è portata via 29 vite e una delle occasioni realizzate di sviluppo nella nostra regione. E ancora: dopo la tragedia dell’albergo, in cui sono state salvate 9 vite tra cui quelle di 4 bambini e in cui sono sopravvissute 11 persone, è arrivata infine quella dello schianto dell’elicottero dei soccorsi: 6 morti, tra i quali i volontari che avevano prestato servizio fino a poche ore prima a Farindola. L’Abruzzo è la mia terra. Noi abruzzesi siamo forti e gentili, ogni volta cadiamo, ci rialziamo e ricominciamo. Il 2009 sembrava la fine del mondo, ma in anni di battaglie politiche e parlamentari tanto si è ottenuto e con il governo Renzi è cominciata la ricostruzione anche del centro storico dell’Aquila e dei comuni del cratere. Questa volta, ha chiesto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, deve essere diverso: proprio dalla straordinaria gravità degli ultimi eventi, ha detto, dobbiamo trarre la forza per un patto per la ricostruzione morale e materiale dell’Abruzzo, che coinvolga maggioranza ed opposizione. Nei giorni dell’emergenza, anch’io ho invocato di fermare le polemiche, ho giudicato ingiusti i giudizi sulla Protezione civile. Ora, ringraziati la Protezione civile, i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, l’Esercito, tutte le forze dell’Ordine e tutti i soccorritori che hanno fatto miracoli, penso che siano arrivati insieme il momento della responsabilità e anche la stagione del risanamento e del rilancio, capace di assicurare all’Abruzzo e soprattutto ai suoi giovani, un futuro di speranza e di ripresa. Questa volta non possiamo non imparare dagli errori. Come è possibile che metà degli abruzzesi siano rimasti senza energia elettrica? Possiamo accontentarci di rimborsi simbolici da parte dell’Enel, di fronte al dramma di chi ha dovuto subire il terremoto, sotto la neve, al buio e senz’acqua, nell’isolamento totale? E le categorie economiche? Possiamo chiudere gli occhi sul fatto che i mezzi sono insufficienti per tenere le strade sgombrate dalla neve, ben prima che si abbatta la tempesta perfetta? Possiamo accettare che il presidente della Commissione Grandi Rischi abbia, in quelle condizioni e senza filtri, lanciato l’allarme sulla possibilità di una scossa di magnitudo fino a 7?
Accanto alle immagini di Mattia Poesso, giovane soldato dell’esercito che ha portato a spalla la bimba Rachele, 5 anni, per 2 chilometri in mezzo a 3 metri di neve e del sindaco di Crognaleto, che si è rimesso la divisa da Vigile del Fuoco per salvare 2 persone, accanto alle immagini degli eroi di Rigopiano, dobbiamo dare un volto anche a chi non ha fatto il proprio dovere e non si è assunto le proprie responsabilità e, così facendo, ha contribuito a peggiorare una situazione drammatica o ha addirittura messo a rischio vite umane. La magistratura farà il suo corso, ma la politica ha il dovere di capire se è dove ci siano state falle nella catena del comando. Per ricostruire e rilanciare l’Abruzzo, c’è bisogno di misure straordinarie, con un nuovo decreto. E’ necessario che le opposizioni mettano da parte l’ostilità “a prescindere” a tutto ciò che fa il governo, per studiare soluzioni insieme al Pd. Bisogna sostenere con misure concrete gli allevatori, gli agricoltori, i commercianti. Pensare ad una Zona Economica Speciale nell’area dei danni per recuperare investimenti e per ricostruire l’immagine turistica della nostra Regione. E’ necessario investire subito su Casa Italia, il programma di riqualificazione del patrimonio immobiliare in chiave antisismica e anti-dissesto, che aveva lanciato il governo Renzi. Dobbiamo mettere in sicurezza tutte le scuole e riuscire a bloccare la fuga delle famiglie con i figli, che spopolerebbe ancora il territorio. C’è tanto da fare. Con gli emendamenti al decreto milleproroghe io ho già cominciato, sono sul pezzo come sempre. E lo sarò sul nuovo decreto che il governo approverà in settimana. Questa terra è la mia terra, né il 2009, né il 2016, né questi ultimi mostruosi eventi possono farci soccombere. È il tempo della responsabilità, se non ora quando.


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