«Quella notte ho capito che sarebbe cambiato tutto. È stato il momento più tragico della mia vita». Il viso di Stefania Pezzopane, senatrice del Pd che quel 6 aprile 2009 era presidente della Provincia de L`Aquila, è illuminato e attraversato da una luce particolare che la riporta a quei momenti tragici. In quella notte che ha segnato la sua vita come quella di migliaia di aquilani, di abruzzesi e di italiani. Un evento che ha oltrepassato i confini nazionali ed è stato seguito e vissuto con sofferenza in tutto il mondo.
Senatrice, dov`era quella notte?
Ero a casa a L`Aquila con mio marito e mia figlia. Ci eravamo rientrati perché ci avevano rassicurato. Avevo provato a dormire, ma era un sonno agitato. Poi la scossa. Il rumore, la terra che tremava e la paura.
Che cosa ha fatto?
 Ho preso la mia famiglia e con mio marito siamo scesi in strada.
Ha capito subito quello che era successo?
Sì. Abitavo nel centro storico di L`Aquila e quando uscivo da casa mia guardavo sempre il Torrione, una torre alta 15 metri di origine romana diventata poi simbolo della nostra città delle acque. Appena uscita dal portone quella sera vidi che il Torrione era crollato, dopo aver resistito per anni a tanti terremoti. Allora mi fu chiaro che la cosa era grossa.
Qual è stata la sua reazione?
Disperazione per una tragedia da condividere con migliaia di persone. Ognuna portava dentro un gran dolore che andava a sommarsi con quello degli altri. Una sensazione diversa da quando si affrontano le tragedie individuali. Mi sono fatta forza. C`era la Stefania madre, moglie, figlia e sorella e la Pezzopane presidente della Provincia. La mia famiglia era in salvo, la mia gente era disperata. Ho lasciato i miei e mi sono messa in contatto con le altre istituzioni per coordinarci. Mia figlia aveva 9 anni. Non essere rimasta lì con lei quella notte mi ha lasciato un senso di angoscia.
Da quel momento in poi il presidente della Provincia e il sindaco de l`Aquila Massimo Cialente diventano i simboli della città che vuole reagire.
 Proprio così. Nell`immediato ci siamo dannati per mettere in sicurezza le persone, garantire loro un alloggio e dare tutta l`assistenza possibile. Purtroppo, come è stato detto più volte, questo terremoto ha una particolarità: ha distrutto il centro storico de l`Aquila, il cuore della città. Oltre ad aver portato morte e distruzione in molti altri comuni. I piccoli centri, per fortuna, hanno comunità più raccolte, mentre la città senza il suo cuore è morta. A niente sono valsi i nostri appelli a concentrarsi sul centro storico.
Lei, senatrice, è originaria di Onna: un altro simbolo di quel 6 aprile 2009.
 Di Onna è originaria la mia famiglia. All`epoca su poco più di 200 residenti ci furono 40 morti, tra i quali alcuni miei congiunti. Ci sono stata quasi subito e ho visto il paese distrutto, i morti sotto le macerie. Scene strazianti che ho ben fisse nella mia memoria, come quella delle salme, stese a terra su un prato ad Onna, persone che conoscevo bene.
Ci sono ancora famiglie senza casa?
Tutti hanno un alloggio, ma circa 16mila non sono riusciti a riavere la loro casa. Il rammarico più grande è per i bambini: la ricostruzione delle scuole è stata un insuccesso. Gli alunni da allora fanno lezione nei container, un`intera generazione che non ha mai avuto una scuola vera.
E la città?
Questi sei anni sono stati pesantissimi. È cambiata la vita civile e sociale delle persone. Il centro storico non è abitato, di giorno c`è qualcuno, ma di notte diventa una città fantasma. Il centro storico è sempre stato il luogo della socialità. Le new town, fatte in fretta, si stanno trasformando in ghetti con costi di manutenzione giganteschi. Le relazioni sociali si sono deteriorate, in questi anni sono andati via interi nuclei familiari, si sono rotti i legami parentali, si sono persi i contatti.
L`ho incontrata a pochi giorni dal terremoto all`ospedale da campo e parlai a lungo con il responsabile dell`ambulatorio psichiatrico che aveva ben chiara questa situazione di disagio.
Era il dottor Rocco Pollice. Lo scorso anno, forse perché non ha retto al peso, si è suicidato nella sua casa al centro storico di L`Aquila nella quale non riusciva a rientrare. Una tragedia che ha colpito l`intera comunità perché era un professionista molto valido, ma che conferma quanto le dicevo prima sulla perdita dei riferimenti affettivi e sociali causati da questa situazione.
Passiamo dai sentimenti all`aridità delle cifre.
Sono stati spesi molti soldi nella fase emergenziale. Poi, impegnati con il risanamento dei conti pubblici, i governi Monti e Letta i hanno di fatto paralizzato la ricostruzione. I cantieri erano partiti, ma non c`erano i fondi. Il ministro Barca ci aiutò, a differenza del sottosegretario Trigilia. Legnini, prima di diventare vicepresidente del Csm, riattivò le procedure e oggi con il sottosegretario Paola De Micheli stiamo collaborando fattivamente.
Sono stati anche gli anni delle proteste.
Dovevamo far sentire la nostra voce, le nostre ragioni. Abbiamo occupato l`autostrada, abbiamo fatto manifestazioni a Roma, cortei a l`Aquila e ci siamo beccati botte e denunce. Ma non ci siamo mai arresi.
In questi giorni ha fatto molto discutere la sentenza di appello che ha assolto la Commissione grandi rischi e la conseguente richiesta di restituzione dei risarcimenti avuti in via provvisionale dalle famiglie.
 Sconvolgono le motivazioni della sentenza. Sembra un racconto di Kafka. Il fatto non sussiste, perché quella non sarebbe stata una vera riunione della Commissione Grandi Rischi. Assurdo, e cosa era la riunione del Cral? Spero che venga fatta verità e giustizia. Lo Stato non può autoassolversi.
Alle Provinciali del 2010 però non è stata riconfermata.
Non sono stata votata nei comuni al di fuori del cratere perché ritenevano che mi interessassi solo delle aree terremotate. A L`Aquila ho avuto il 57 per cento dei voti e nei comuni terremotati il 54. Nel 2012 sono stato il candidato più votato al comune de l`Aquila. In Parlamento continuo il lavoro per la mia terra che mi viene riconosciuto. Gli abruzzesi sanno di poter contare su di me.
Quanti soldi sono arrivati finora e quanti ne arriveranno ancora?
Siamo intorno ai 3 miliardi e mezzo. Di questi 1 miliardo e 200 milioni sbloccati nel luglio 2013 dopo una dura battaglia parlamentare. Finalmente nella legge di stabilità 2015 sono stati stanziati 6 miliardi, da utilizzare fino al 2018. Ce la potremo fare entro dieci anni dal sisma. Abbiamo bisogno, però, di rafforzare le procedure e gli organici.
Vista la delicatezza della materia sono previsti dei controlli?
Certamente. Non a caso il provvedimento che stiamo discutendo, del quale sono firmataria, si intitola ‘Misure urgenti di legalità, trasparenza e accelerazione dei processi di ricostruzione’. Il tema dei controlli sugli appalti e subappalti l`ho ben presente e l`ho evidenziato alla Commissione parlamentare antimafia che è venuta a L`Aquila lo scorso luglio.
La città in questi anni è stata visitata da tanti personaggi famosi, a cominciare dai potenti del mondo che vennero per il G8 del 2009. Avete avuto dei vantaggi?
Il G8 è servito. A pochi mesi dal terremoto ci sentivamo abbandonati e riaccendere i riflettori sul terremoto fu una buona idea. Ci furono tante promesse, la famosa ‘lista di nozze’, da parte degli stati, ma non tutti hanno mantenuto gli impegni. Alcuni monumenti sono stati adottati anche da imprese italiane come, ad esempio, la Basilica di Collemaggio per la quale l`Eni ha stanziato 12 milioni di euro.
 E i presidenti del Consiglio?
 Berlusconi è venuto quasi trenta volte, Monti e Letta anche hanno fatto visita all`Abruzzo, mentre Renzi non lo ha ancora fatto. Ma proprio in questi giorni ha annunciato che verrà a breve.
 Dagli abbracci di Barack Obama e George Clooney a quelli di Simone Coccia.
 Le cose sono ovviamente diverse. Nei primi due casi sono stata molto invidiata da molte donne, con Simone è un`altra cosa. È una storia d`amore che abbiamo deciso di vivere alla luce del sole. Per questo ho ricevuto tanti attestati di stima, ma anche moltissimi insulti, soprattutto in rete. Su Facebook ho due pagine, una con 5000 e l`altra con 4000 amici e ce ne sono altri 3000 bloccati. Su twitter ho 7000 follower. Gestisco personalmente i social network e rispondo a tutti, qualcuno si lamenta che sono lenta, ma faccio tutto da sola.
Lei non si è mai sottratta ai media: pentita?
No. Perché sono sempre naturale quando ho di fronte una telecamera o una macchina fotografica. Con Obama o con Clooney non c`era nulla di preparato e per questo motivo hanno avuto quell`effetto. Ultimamente sto centellinando le mie presenze sui media, soprattutto in tv, perché la televisione ti dà un`enorme popolarità, ma è allo stesso tempo spietata.

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