Semplificazione amministrativa; superamento delle norme che impediscono la ricostruzione, soprattutto quella privata; possibilità per i comuni di avere più personale e per quelli piccoli di avere ulteriori segretari comunali; ammortizzatori sociali per i lavoratori delle grandi aziende che risiedono nel cratere. Sono alcuni dei 56 emendamenti presentati dal Partito Democratico al decreto Terremoto che domani torna in commissione Speciale del Senato e che sara’ incardinato in Aula giovedì prossimo. “Sosterremo il nostro pacchetto di proposte di modifica anche in Aula, mantenendo l’approccio costruttivo e di disponibilità nei confronti del governo, perché su questi argomenti non si fanno battaglie di parte ma si lavora insieme”, ha detto il capogruppo dem in Senato, Andrea Marcucci, incontrando la stampa a Palazzo Madama. “Comunque – ha aggiunto – non facciamo sconti: il governo ha il dovere di trovare le risorse necessarie, i nostri non sono emendamenti si bandiera ma di sostanza”.
Per Francesco Verducci sono “tante le urgenze” legate al terremoto che due anni fa ha colpito Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, un territorio “vitale per il nostro Paese”. “Il decreto – ha ricordato – é stato l’ultimo atto del governo Gentiloni che ha permesso di prorogare misure importanti che noi vogliamo estendere. Siamo preoccupati per quel che potrà succedere. La prima preoccupazione è non aver visto niente sul terremoto nel contratto di governo firmato da Lega e Movimento 5 stelle. Ci sono 57 pagine, un fiume di parole, ma non ci sono mai le parole terremoto o sisma. Questo è inammissibile. Non basta andare nei luoghi del terremoto – ha insistito ricordando la visita ad Amatrice del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – se non si ha idea di come vincere le sfide che abbiamo davanti”. Il Pd, tra l’altro, propone di prorogare oltre allo stato di emergenza anche la struttura commissariale, e chiede di approvare un sostegno una tantum di 5mila euro per partite Iva e lavoratori autonomi, di destinare il 4% del Fondo per il terremoto allo sviluppo delle imprese e alla loro innovazione, di ampliare la rateizzazione fino a 120 mesi e di decurtare del 60% gli importi che dovranno essere restituiti. Questi ultimi due emendamenti, ha ricordato Verducci, “sono stati bocciati dalla maggioranza e dal governo nei lavori di ieri in commissione. L’auspicio – ha concluso – e’ che i nostri emendamenti vengano raccolti dalla maggioranza e dal governo e che questi ultimi non voltino le spalle a un territorio che ha bisogno di sostegno”.


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