“Che il Mezzogiorno, come si afferma nel Rapporto di Confindustria ed Srm illustrato stamane, prosegua nella sua lenta ma costante risalita, con un andamento che si conferma positivo per tutti gli indicatori che compongono l’Indice Sintetico dell’Economia meridionale (ricchezza prodotta, livelli occupazionali, numero delle imprese, export e investimenti), conferma la bontà della strumentazione messa in campo dal nostro Governo e la potenzialità delle regioni meridionali se opportunamente supportate. Registriamo con orgoglio che continua ad aumentare il numero delle imprese nel Mezzogiorno, comprese le imprese in rete e le start up innovative e che alle 190 mila imprese giovanili si aggiungono quelle finanziate da ‘Resto al Sud’, con oltre 3.500 domande di incentivo presentate in pochi mesi”. Lo dice la senatrice Teresa Bellanova, responsabile Mezzogiorno Pd, sul Check up Mezzogiorno presentato stamane a Viale dell’Astronomia.
“Naturalmente – prosegue la senatrice Bellanova – c’è ancora molta strada da fare ed è dirimente l’utilizzo virtuoso della risorse europee, che significa alleanza tra governo centrale e regioni meridionali, come sancito nei patti per il Sud, e contemporaneamente qualità diffuse delle pubbliche amministrazioni chiamate a gestire le risorse e delle classi dirigenti territoriali. Come è dirimente la continuità degli strumenti messi in campo e che le imprese hanno utilizzato proficuamente. Anche per questo oggi è necessario sapere se il governo in carica e il ministro Di Maio intendono confermare la decontribuzione per le nuove assunzioni, l’iper e il super ammortamento, il credito d’imposta per ricerca e acquisto di nuovi macchinari, esteso anche in agricoltura. Il Check up, valutando efficaci gli strumenti di agevolazione come il credito d’imposta per gli investimenti Sud, che grazie a 2,2 miliardi di incentivo ha promosso investimenti per 6,4 miliardi di euro, rileva che tornano a crescere, in particolare nell’industria (+40%), gli investimenti delle imprese in impianti e attrezzature. Restiamo lontani dai livelli pre-crisi, è vero, eppure la strada giusta è quella tracciata. Basterebbe riconoscerlo e rafforzarla, invece di costruire decreti che alimentano incertezza, irrigidiscono le relazioni tra le parti, penalizzano le imprese e non incentivano il lavoro a tempo indeterminato né il lavoro di qualità”.


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