“E’ bene che il Ministro Di Maio chiarisca in Parlamento se è lecito che Domenico Parisi, Presidente del Consiglio di Amministrazione Anpal e Amministratore Unico dell’agenzia in house Anpal Servizi possa tranquillamente interpretare tutti i ruoli in commedia, anche quelli per legge affidati ad altri. Se possa esorbitare esautorando gli ambiti gestionali della Direzione generale Anpal nel ruolo di Autorità di gestione, appropriandosi di competenze attribuite per legge non al consiglio di amministrazione che lui presiede, organo di indirizzo politico-amministrativo, né tantomeno al ruolo ricoperto in Anpal servizi ma esclusivi della stessa Direzione generale. Non scherzino con il fuoco e con le politiche attive per il lavoro. Sono in gioco la rimodulazione del Piano Anpal Servizi 2017-2020 e le relative risorse, migliaia e migliaia di euro. Un settore delicatissimo e cruciale che in questo modo viene esposto a un rischio altissimo. Parisi dia gli indirizzi. Gestire le risorse non è suo compito. Denunciamo il conflitto d’interesse e chiediamo a Di Maio di dire parole chiare”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova che stamattina ha depositato un’interrogazione, sostenuta dai senatori Pd, che accende un faro sulla gestione Parisi in Anpal e Anpal Servizi spa.
“Saltando le premesse”, dice la Senatrice Bellanova, “vale la pena ricordare che oltre l’80 per cento del bilancio di ANPAL Servizi è costituito da affidamenti effettuati da ANPAL a valere sul programma operativo nazionale “Sistemi di politica attiva per l’occupazione” che dovrebbero essere effettuati in piana autonomia dalla struttura amministrativa di ANPAL. Ebbene con una recente delibera il Consiglio di amministrazione di ANPAL, presieduto dal Prof. Domenico Parisi, che attualmente riveste anche la posizione di Amministratore Unico di ANPAL Servizi, dà mandato al Direttore generale di raccordarsi con la società in house, dunque con lo stesso Parisi, per la rimodulazione del Piano Operativo ANPAL Servizi 2017-2020, in questo modo appropriandosi di competenze non sue. Si chiama conflitto d’interessi. Così si mette a rischio la spesa effettuata con fondi strutturali e in crisi una agenzia di rilevante importanza per il funzionamento del mercato del lavoro. Quell’atto dovrebbe essere annullato”.


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