“Gli arresti per la vicenda di caporalato ad Andria, collegata alla morte della bracciante Paola Clemente nell’estate del 2015, sulla quale la commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni del lavoro attivò tempestivamente una specifica indagine, dimostrano quanto fossero fondate le conclusioni cui allora arrivammo circa lo stretto rapporto tra i meccanismi dello sfruttamento, le modalità del reclutamento e l’organizzazione del trasporto dei braccianti”.
E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Daniele Borioli, componente della Commissione infortuni sul lavoro.
“Un intreccio perverso e inquinato – sottolinea l’esponente pd – che scarica sui lavoratori forme di asservimento che hanno nella contrazione estrema del trattamento economico e dei più elementari diritti, abbinate a una vera e propria “spremitura”, dai caratteri disumani, della forza lavoro, un tratto davvero intollerabile di neo-schiavismo. Anche grazie a quella indagine e all’approvazione della legge a contrasto del caporalato, oggi disponiamo di strumenti più adatti a combattere questa barbarie”.
“Ma è chiaro che siamo ancora all’inizio – conclude Borioli – e che occorrerà dare priorità assoluta a metodologie ispettive ancora più coordinate, incisive e capillari per combattere e stroncare un fenomeno purtroppo molto diffuso in diverse aree del Paese”.


Ne Parlano