‘Chi percepisce indennità di mobilità o di Cassa integrazione a zero ore ha l’obbligo di impegnarsi in lavori socialmente utili, pena la decadenza dal sussidio. E’ quanto si evince dalla risposta del ministero del Lavoro ad un mio quesito, posto sulla base dell’esperienza negativa di un sindaco della Provincia di Biella, che aveva cercato di mobilitare i lavori sotto indennizzo ricevendone un diniego. Credo sia utile un chiarimento definitivo a livello nazionale, anche alla luce delle esigenze emerse in varie regioni dopo gli ultimi eventi alluvionali e per questo cercherò di incontrare il ministro o il sottosegretario competente’. Lo dice la senatrice del Pd Nicoletta Favero, segretario della commissione Lavoro.
‘L’ingiustificato rifiuto a svolgere attività socialmente utili da parte di chi percepisce l’indennità di mobilità – spiega Nicoletta Favero – comporta la decadenza dal relativo trattamento. A questa conclusione si perviene considerando la legge 233/1991, che prevede l’impegno in opere o servizi di pubblica utilità pena la decadenza dalle liste di mobilità. E considerando la legge 92/2012 che prevede il blocco dell’indennità di mobilità, o di altri sussidi collegati allo stato di disoccupazione o inoccupazione, qualora si rifiuti di partecipare senza giustificato motivo ad un’iniziativa di politica attiva, nelle quali rientra il lavoro socialmente utile. Solo nella Provincia di Biella i lavoratori in queste condizioni sembrerebbero diverse migliaia. In Piemonte, peraltro, viene segnalata una situazione a macchia di leopardo, nella quale in alcune province i lavoratori vengono impiegati ed in altre no, a seconda di accordi sanciti a livello locale, così come avviene in altre regioni d’Italia. Chiarire questa vicenda senza ambiguità potrebbe per esempio – conclude Favero – soddisfare le esigenze di molte amministrazioni comunali nella manutenzione del territorio contro il dissesto idrogeologico’.

Roma, 28 novembre 2014


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