L`AZIONE DEL GOVERNO, DOPO AVER IMPOSTATO LE RIFORME ELETTORALE E COSTITUZIONALE, si trova ora di fronte alle scelte economiche, per rilanciare la crescita e il lavoro. Misure urgenti, perché gli effetti della crisi sono ancora pungenti, e misure di sguardo e respiro più profondo e largo, per individuare e condividere prospettive di cambiamento capaci di invertire il ciclo culturale ed economico.
Il Jobs Act come emergerà dalla concretizzazione dei principi presenti nel ddl che delega al governo le scelte concrete di rilancio del lavoro e il Def sui cui il governo stesso sta procedendo sono momenti strategici quanto mai decisivi rispetto alle direzioni da prendere.
Queste direzioni devono fondarsi su valori e su investimenti concreti. Non possiamo più permetterci di fermarci a riforme sulla carta e a parole che riempiono il dibattito ma poi non cambiano le cose. E per cambiare occorre mettere al centro il lavoro delle donne. Lo ricorda anche Cristine Lagarde nella sua intervista al Corriere della Sera venerdì scorso, quando dice che l`Italia è «uno dei Paesi della zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro» e ci stimola proprio a quel «cambiamento di rotta» che in molte e molti chiediamo da tempo, come elemento di uguaglianza sociale ma anche di crescita della ricchezza prodotta, di reddito aggiuntivo, di rilancio complessivo della competitività del nostro sistema.
Il basso tasso di lavoro femminile è uno dei principali fattori che frenano la crescita, sia in termini quantitativi che qualitativi. Non solo, infatti, secondo stime Ocse e Bankitalia, aumentare il tasso di occupazione femminile permetterebbe una crescita del Pil fino al 7%, ma una maggiore presenza di donne nel mondo del lavoro, dell`impresa, come delle istituzioni e della società civile, permetterebbe di far crescere quei valori – etica, responsabilità, collaborazione, sostenibilità, qualità, innovazione – su cui dobbiamo costruire le prospettive di crescita italiana ed europea.
 Misure fiscali, come incentivi per il lavoro femminile e detrazioni per le spese dei servizi di cura – dall`infanzia alla vecchiaia. Accesso al lavoro, eliminazione del gender pay gap e facilitazione dei percorsi di carriera femminile. Condivisione vera dei compiti familiari, per realizzare quella conciliazione dei tempi privati e di lavoro senza che tutta la fatica continui a pesare solo sulle donne. Apertura a forme di flessibilità contrattuale – come il part time – che aiutino proprio la conciliazione dei tem- pi di vita, senza però aggravare le condizioni precarie di tante lavoratrici, ma anzi facilitando e valorizzando le scelte di maternità. Servizi alla persona e riforma del welfare proprio per accompagnare le scelte di vita di ciascuna e ciascuno.
Gli ambiti su cui ragionare, condividere e proporre sono ampi e uniscono misure prettamente economiche e misure sociali e culturali, parte di quel complesso lavoro di cambiamento per rendere la nostra democrazia – come quella di tutto il modello europeo – più paritaria, uguale e forte.
Di questo si parlerà oggi pomeriggio nell`incontro in Senato con Alderman Fiona Woolf Cbe, Lord Mayor della City di Londra, moderato da Myrta Merlino e con la partecipazione di Magda Bianco di Banca d`Italia, Linda Laura Sabbadini dell`Istat, Alessandra Perrazzelli, country manager di Barclays, Laura Iris Ferro, imprenditrice e componente della Bocconi Alumnia Association, e Sabrina Alfonsi, Presidente del I Municipio di Roma.
Politica, istituzioni, imprese, banche, sistema formativo, media, mondo del lavoro: la sfida del lavoro femminile, della crescita e dell`uguaglianza è comune, e tutte e tutti dobbiamo condividerla, per provare a costruire insieme le priorità in modo chiaro, esplicito, pragmatico, urgente.
Dalle donne può partire una sfida concreta di cambiamento che non riguarda solo una metà del Paese, ma tutte e tutti, e la credibilità di ogni prospettiva di crescita e di rilancio dell`economia e delle speranze del Paese.

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