‘Oggi abbiamo un nuovo governo, che ha di fonte a sé sfide importanti, che non possono che partire dalle emergenze sociali, economiche e del lavoro, che vanno affrontate con decisione e serietà prima di poter costruire proposte credibili per un cambiamento più profondo e duraturo. Intanto occorre rispondere alle urgenze.
Crisi aziendali, fondi per la CIG, pagamento dei debiti della PA, accesso al credito: la sofferenza di famiglie, lavoratori e piccoli imprenditori non può più aspettare.
La riforma del lavoro deve essere un processo aperto e condiviso, con ciascuno dei soggetti in causa – imprese, mondo del lavoro, istituzioni – che deve dimostrare responsabilità e uno straordinario spirito innovativo e collaborativo. Dobbiamo così rilanciare un piano serio, moderno e strategico di politiche industriali. Scegliendo i fattori su cui vogliamo costruire crescita, lavoro, nuova competitività.
Energia, ambiente, ricerca, filiera formazione-lavoro, innovazione, tecnologia, qualità, sostenibilità etica e rispetto dei diritti: sono i fattori che rendono forti e competitive tante filiere di eccellenza italiana. Ci sono molti settori, molti distretti, molte eccellenze che anche negli anni della crisi hanno tenuto le posizioni nei mercati internazionali, dimostrando una capacità competitiva proprio quando hanno scelto questi fattori strategici.
Il made in Italy non è un settore, ma un modo di concepire la vita e la produzione, un fattore di crescita e competitività e un modello su cui costruire le politiche di sviluppo con l’azione di Governo e Parlamento.
La nostra manifattura è stata e continuerà ad essere il motore del Paese, la nostra garanzia di qualità, l’esperienza produttiva diffusa e condivisa su cui fondare il futuro di tutte e di tutti.’

Ne Parlano