Trovare un senso alla Ue per le nuove generazioni è la sfida dei progressisti europei oggi
L`EUROPA NEGLI ULTIMI 20 ANNI SI È IMPEGNATA A COSTRUIRE IL MERCATOUNICO E A REGOLARE LA CONCORRENZA, AD ALLARGARE I SUOI CONFINI, ad introdurre l`euro per poter stare sui mercati internazionali, a scrivere nuovi trattati, provando anche a dotarsi di una costituzione, invano.
In questo processo ha prevalso un`idea dell`Europa come moneta, spazio di libero scambio e circolazione, senza valori, obiettivi e strumenti che dessero vita e forza al modello sociale europeo. L`ideale di un`Europa forte, unita, solidale ha lasciato così spazio all`ideologia del mercato e del liberismo.
Un`Europa guidata dalle destre ha affrontato la crisi senza scegliere le giuste priorità: le raccomandazioni del Parlamento europeo indicavano vie di uscita ben più virtuose di quelle poi seguite nei vertici tra capi di Stato e di governo. Invece la disuguaglianza è esplosa, come la povertà, che riguarda ormai i110% della popolazione, e la disoccupazione, con prospettive per i prossimi anni non migliori.
Per le nuove generazioni, quelle che non hanno vissuto le grandi guerre, e quelle che non hanno neanche i nonni a raccontargliele, l`Europa oggi è fatta di Erasmus, Ryanair, euro e austerity: ti permette di prenotare un volo low cost per scappare all`estero senza avere il passaporto dietro, ma poi in nome di quella stessa Europa «a casa» tagliano la spesa per il welfare, le borse di studio, le corse degli autobus, gli investimenti in innovazione.
Trovare un senso all`Europa per questa generazione è la sfida dei progressisti europei oggi. Chiedere più Europa, senza proporre di cambiare l`Europa, rischierebbe di farci travolgere da populisti e antieuropeisti. E allora serve un`Europa rinnovata e più forte, che superi le scelte sbagliate delle destre. Queste elezioni europee possono segnare la svolta: una nuova impostazione economica e nuovi strumenti per ricostruire un`Europa che rimette al centro il lavoro e il benessere delle persone e non le cose. Tutto deve cambiare.
A partire dal lavoro. Il dumping tra Paesi membri va ridimensionato riducendo il gap di produttività e facendo sì che un`Europa finalmente forte e con una sola voce possa imporsi ai tavoli del commercio internazionale su aspetti cruciali per le nostre economie, affermando regole anti contraffazione e di tracciabilità e puntando su qualità e sostenibilità delle produzioni europee.
 Il lavoro, come i diritti e le tutele connesse, non possono continuare ad essere così eterogenee nel continente: Trovare un senso alla Ue per le nuove generazioni è la sfida dei progressisti europei oggi serve lavorare perché esista un nucleo forte di diritti garantiti in ogni paese assieme a tutele assicurate per ogni lavoro. Un codice del lavoro europeo sarebbe fondamentale per disinnescare il gioco al ribasso innescato negli ultimi anni, che hanno visto erodere i redditi da lavoro e aumentare quelli da capitale, erodere i diritti e aumentare precarietà e povertà. Rilanciare il lavoro vuol dire poi crearne di nuovo, con un grande piano di investimenti, con un forte contributo pubblico, a livello comunitario, puntando su innovazione, green economy, istruzione e ricerca.
Serve poi la carta dei diritti degli europei. L`Europa in questi anni non ha chiesto solo austerità e compiti a casa, ma anche di garantire una vita dignitosa ai carcerati, di fare passi in avanti in termini di diritti di genere e civili, ci ha chiesto l`abolizione del reato di clandestinità, la regolamentazione del diritto all`obiezione di coscienza dei medici che rende inapplicabile in molte parti del Paese la 194. L`Europa ha provato a promuovere posizioni liberali e positive, ma senza strumenti adeguati, mentre oggi serve costruire una portabilità dei diritti civili nei paesi europei.
Con il rinnovo del Parlamento e della Commissione possiamo allora rimettere al centro dell`Europa i cittadini, il lavoro delle donne e dei giovani, un welfare europeo e universale puntando al benessere, non solo al Pil, per affiancare crescita economica e uguaglianza. Il Pd con la sua scelta di 5 donne capolista e di liste fortemente qualificate farà la differenza. Da domani sarà un`altra storia. Da domani sarà una nuova Europa.

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