“Con questa legge rispettiamo un duplice impegno: da un lato stiamo per approvare la seconda gamba del Jobs Act, un vero e proprio statuto dei nuovi lavori e dello smart working, dall’altro definiamo in modo chiaro il lavoro autonomo come occupazione senza vincolo di subordinazione e quindi di orario e di luogo di prestazione. E’ una linea di demarcazione fondamentale, stabilita dalla riforma del lavoro per smascherare abusi e false partite Iva e riconoscere più diritti ai tanti lavoratori autonomi non imprenditori del nostro Paese, soprattutto giovani. Una legge attesa da anni, che adegua le norme al progresso umano”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd in Commissione Lavoro, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto.
“Secondo l’ultimo Rapporto Censis – prosegue Parente – l’Italia è il paese europeo con il più alto numero di giovani lavoratori autonomi, 941 mila tra i 20 e i 34 anni, contro gli 849 mila inglesi e i 528 mila della Germania. La sfida che raccogliamo con questa legge è aumentare i diritti di questi lavoratori: si estende anche a queste mamme e a questi papà il congedo parentale di 6 mesi entro i 3 anni di vita del bambino; si riconosce l’indennità di maternità pur continuando a lavorare; in caso di infortunio o malattia viene sospeso il pagamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi e sono estese le tutele per la sicurezza e per la prevenzione dagli infortuni e dalle malattie. Sul fronte economico, si aumentano le deduzioni e viene applicata la tutela dei tempi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, mentre i liberi professionisti potranno aggregarsi in reti, consorzi o forme associate per accedere ai bandi di gara. I centri per l’impiego e gli intermediari dovranno dotarsi si uno sportello dedicato al lavoro autonomo. Sugli aspetti previdenziali – conclude Parente – misure importanti saranno contenute nella legge di bilancio di quest’anno, mentre è stato approvato un mio odg sulla gestione separata”.


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