“Lo sciopero dei lavoratori Amazon indica, a un PD che voglia recuperare terreno sulla capacità di dar voce alle istanze del mondo del lavoro, un terreno nuovo di impegno. I lavoratori Amazon del centro di Piacenza, insieme a quelli dell’Outlet di Serravalle Scrivia, e i casi sono destinati a moltiplicarsi, sono l’altra faccia, quella scura, della luna dell’iper-modernità. Sono il terreno di coltura, e di cultura, di un nuovo modello di sfruttamento, precarizzazione, dequalificazione e de-rappresentazione del lavoro. I lavoratori di queste realtà sono molto spesso giovani e donne, che noi ancora fatichiamo a vedere, impegnati come siamo o nelle lacerazioni a sinistra su pur grandi e nobili e ancora attuali questioni ereditate dal ‘900, o nella proiezione di un’immagine dell’universo giovanile verso il quale ciò che deve fare la politica è essenzialmente “creare le condizioni perché emerga il talento”. Questione seria e rilevantissima, ma che rischia di farci dimenticare coloro che dal talento non sono baciati. E sono i più. Non è un caso se i vertici aziendali di Amazon, nei messaggi di queste ore, insistono molto sul richiamo a un rapporto diretto tra i dipendenti e il management: la destrutturazione della rappresentanza sindacale è uno dei pilastri del modello di relazioni che fonda la nuova frontiera del capitalismo globale. Un modello che non dà né spazio né luogo per rifondare la funzione di una sinistra alle corde in tutta Europa. E che per questo è bene contrastare con una netta scelta di parte”.
E’ quanto affermano in una nota i senatori del Partito democratico Daniele Borioli, Valeria Cardinali, Rosaria Capacchione, Camilla Fabbri, Salvatore Tomaselli e Stefano Vaccari.


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