Oggi al Senato è stato presentato il disegno di legge delega, già incardinato in Commissione Finanze al Senato e firmato da oltre cinquanta senatori PD, che si propone di rivoluzionare l’insieme delle misure di sostegno per i figli a carico. Oltre al senatore Lepri, sono intervenuti l’onorevole Micaela Campana, responsabile nazionale del Pd per il welfare e i diritti civili, il senatore Mauro Marino, presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, il senatore Claudio Moscardelli, relatore del disegno di legge e la senatrice Rosa Maria Di Giorgi.
Per Stefano Lepri, primo firmatario del ddl, “Ci sono disparità di trattamento non più giustificabili. La normativa in vigore non riconosce infatti le detrazioni fiscali a chi ha redditi bassi o nulli, mentre si concedono gli assegni familiari solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, escludendo i disoccupati e quasi tutte le altre forme di lavoro che oggi riguardano una porzione consistente e crescente degli occupati. Gli importi sono poi di gran lunga inferiori a quelli mediamente riconosciuti in Europa, per cui l’Italia è tra le nazioni che meno investe in politiche per la natalità”.
Queste distorsioni hanno certamente contribuito a determinare, negli ultimi vent’anni in Italia, un drastico abbassamento del tasso di natalità, che oggi risulta tra i più bassi in Europa e nel mondo. Il disegno di legge è volto a superare la situazione descritta, riconoscendo un’unica misura generalizzata di beneficio per i minori a carico, sostitutiva di tutte le agevolazioni finora riconosciute. Si prevede una dotazione complessiva in incremento di quattro miliardi di euro, progressivamente entro due anni dall’approvazione.
“La prospettiva – ha sostenuto Lepri – non deve farci dimenticare l’urgenza: oggi in Italia ci sono un milione e mezzo di bambini e adolescenti in condizioni di povertà assoluta, per i quali si fa poco o nulla. Questa è la vera priorità, non altre, per la prossima Legge di stabilità”.
Per Stefano Lepri, primo firmatario del ddl, “Ci sono disparità di trattamento non più giustificabili. La normativa in vigore non riconosce infatti le detrazioni fiscali a chi ha redditi bassi o nulli, mentre si concedono gli assegni familiari solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, escludendo i disoccupati e quasi tutte le altre forme di lavoro che oggi riguardano una porzione consistente e crescente degli occupati. Gli importi sono poi di gran lunga inferiori a quelli mediamente riconosciuti in Europa, per cui l’Italia è tra le nazioni che meno investe in politiche per la natalità”.
Queste distorsioni hanno certamente contribuito a determinare, negli ultimi vent’anni in Italia, un drastico abbassamento del tasso di natalità, che oggi risulta tra i più bassi in Europa e nel mondo. Il disegno di legge è volto a superare la situazione descritta, riconoscendo un’unica misura generalizzata di beneficio per i minori a carico, sostitutiva di tutte le agevolazioni finora riconosciute. Si prevede una dotazione complessiva in incremento di quattro miliardi di euro, progressivamente entro due anni dall’approvazione.
“La prospettiva – ha sostenuto Lepri – non deve farci dimenticare l’urgenza: oggi in Italia ci sono un milione e mezzo di bambini e adolescenti in condizioni di povertà assoluta, per i quali si fa poco o nulla. Questa è la vera priorità, non altre, per la prossima Legge di stabilità”.