Al direttore,
E` utile la riflessione di Marcello Pera sul clima di dialogo tra maggioranza e opposizione in cui sarebbe bene che si collocasse la discussione sulle riforme costituzionali. Ripartire dall`ordine del giorno Perassi, ovvero da una stabilizzazione della forma di governo parlamentare, rappresenta peraltro un`indicazione operativa confortante, dal momento che tutte le pii), recenti proposte avanzate dal Pd hanno puntato a introdurre meccanismi, a cominciare dalla sfiducia costruttiva e dall`incremento dei poteri del presidente del Consiglio, idonei a garantire una maggiore stabilità degli esecutivi restando tuttavia dentro il sistema parlamentare, perché sarebbe un errore grave svilire o svuotare la funzione di garanzia del presidente della Repubblica, la figura istituzionale di cui gli italiani più si fidano e che nel suo ruolo di arbitro e motore di riserva istituzionale si è rivelata risorsa essenziale della nostra democrazia. Non è un caso che i paesi Ue primi della classe per stabilità governativa sono la Germania e la Spagna, due sistemi parlamentari razionalizzati. Grazie al lavoro svolto dai suoi gruppi parlamentari dal 2020 in poi, un`opera a cui ho contribuito prima come presidente e adesso come vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato, il Pd sul tema delle modifiche alla seconda parte della Costituzione ha sviluppato posizioni solide e largamente condivise. Dico quindi a Pera: c`è materia per discutere e discutiamo, senza pregiudizi. Però anche senza furbizie. Si decida come si vuol procedere. Vogliamo sul serio creare un “clima non avvelenato” e di “fiducia reciproca”? Se è così, si dica un solenne “mai più” rispetto a blitz come quello di ieri al Senato, dove con un emendamento-imboscata si voleva stravolgere la legge elettorale unanimemente considerata la più valida di sempre nel nostro paese, quella per l`elezione dei sindaci nei comuni sopra i 15 mila abitanti. Una 71,01,71,CL approvata a larga maggioranza nel 1993 e da allora modificata poche volte e sempre con larghe maggioranze. Il colpo di mano è stato respinto, grazie a una sollevazione di tutte le opposizioni.. Ma la ferita resta. Il metodo che il centrodestra intende far proprio sulle riforme istituzionali è quello del dialogo di cui hanno parlato Pera, Meloni e Casellati? O è quello degli agguati (la vicenda di ieri) e degli unilateralismi (il ministro Calderoli sull`autonomia differenziata)? Attendiamo risposte. Un altro punto da chiarire è se si vuol procedere a pezzi e bocconi o con un approccio organico. Il secondo sistema è l`unico serio: la forma di governo si lega alla riforma del bicameralismo e alla legge elettorale. Tutto si tiene. Allo stesso tempo non possono viaggiare su binari separati, tramite disegni di legge autarchici, le iniziatore concernenti poteri e assetti di regioni, province e città metropolitane, comuni. L`edificio istituzionale o è un insieme coerente o non è. Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato


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