Con Fellini, ogni tanto, girava tra noi qualcosa di religioso. Ricordo il giorno in cui il discorso cadde all`improvviso sulla fede, seppure prendendolo un po` alla larga per non impegnarci al di là delle nostre forze. La buona società romana era rimasta sorpresa dal transito, a dir poco inusitato, di un elicottero che sorvolava le più sontuose terrazze della Capitale. C`era chi si stupiva «Ma è Gesù!» – e agitava le mani con cenni e grida divertite. Il Salvatore viaggiava a braccia spalancate, i cavi d`acciaio sotto le ascelle, e sul volto una laconica fissità. Così Federico spiegò il suo Cristo volante: «Gli ho fatto vedere la dolce vita della Città Santa…». Già allora. Aveva cura e rispetto, forse qualche nostalgia, di ciò che dedicava allo ‘spirito’, così chiamava la religione, e sorrideva raccontando che la madre, la signora Ida, finì per dirgli: «Figlio mio, con quel filmone hai preso in giro anche il Padreterno! Tutta Rimini ne parla. Il Vescovo è molto addolorato…». Un giorno, da un altro elicottero, scenderanno su Roma, a folate, petali di rose; mentre, sotto, la banda suonerà il tema del ‘Padrino’. La ‘Dolce vita’ era ormai lontana quando l`immaginazione suggerì a Federico una curiosa, fiduciaria domanda sul nostro estremo confine: «Ma non sei curioso di vedere come va a finire?».

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