‘E’ un bel segnale che il Ministero dell’Istruzione abbia chiesto alle scuole italiane di utilizzare il 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omofobia, per ‘iniziative di sensibilizzazione contro le diseguaglianze’ e per ‘dare maggior rilievo alle buone pratiche e ai migliori percorsi educativi tesi alla dialettica delle diversità’ ‘.
Così il senatore democratico Sergio Lo Giudice saluta con favore la circolare inviata oggi dal MIUR a tutti i dirigenti scolastici e ai rappresentanti degli studenti e delle famiglie in occasione della Giornata, istituita nel 2007 dal Parlamento Europeo.
‘Da insegnante conosco bene le difficoltà che incontrano nelle scuole italiane tutti gli adolescenti gay e lesbiche o incerti sul loro orientamento sessuale o sulla loro identità di genere – spiega Lo Giudice, che insegna storia e filosofia in un liceo bolognese-. Fatte salve le buone pratiche adottate in un numero crescente di istituti, la scuola per lo più tace sulla sessualità e ancor più sull’omosessualità, lasciando tanti studenti, generazione dopo generazione, soli con le proprie difficoltà, spesso in ambienti in cui il dileggio e lo stigma sociale sono quotidiani.
Mi auguro che l’invito ai dirigenti non resti adesso sulle loro scrivanie, ma coinvolga i docenti, perché il 17 maggio possa rappresentare davvero un momento di crescita civile per tutti.’
Così il senatore democratico Sergio Lo Giudice saluta con favore la circolare inviata oggi dal MIUR a tutti i dirigenti scolastici e ai rappresentanti degli studenti e delle famiglie in occasione della Giornata, istituita nel 2007 dal Parlamento Europeo.
‘Da insegnante conosco bene le difficoltà che incontrano nelle scuole italiane tutti gli adolescenti gay e lesbiche o incerti sul loro orientamento sessuale o sulla loro identità di genere – spiega Lo Giudice, che insegna storia e filosofia in un liceo bolognese-. Fatte salve le buone pratiche adottate in un numero crescente di istituti, la scuola per lo più tace sulla sessualità e ancor più sull’omosessualità, lasciando tanti studenti, generazione dopo generazione, soli con le proprie difficoltà, spesso in ambienti in cui il dileggio e lo stigma sociale sono quotidiani.
Mi auguro che l’invito ai dirigenti non resti adesso sulle loro scrivanie, ma coinvolga i docenti, perché il 17 maggio possa rappresentare davvero un momento di crescita civile per tutti.’