‘La difficile coabitazione tra Commissario di Governo e Presidente di Regione sta rendendo problematica l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Calabria come prevede l’accordo con il governo del lontano 2009’. Lo afferma la senatrice del Pd Doris Lo Moro in un’interrogazione urgente rivolta ai ministri della Salute e dell’Economia e Finanze e sottoscritta anche dalla senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità.
‘Con decreto n. 80 del 6/7/2015 – si spiega nell’interrogazione – la struttura Commissariale ha individuato i tetti di spesa per l’acquisto da soggetti privati accreditati di prestazioni di assistenza ospedaliera per l’anno 2015 provvedendo alla redistribuzione di 10,873 milioni di presunte economie in realtà rinvenienti dal trasferimento dell’attività della Fondazione Campanella ad altre strutture che operano nella sanità pubblica, trasferimento operato previo accordi sottoscritti della stessa struttura commissariale’. ‘Si è quindi proceduto – denunciano le senatrici Pd – al riparto di oltre 10 milioni di euro senza alcun criterio, solo tra le strutture private accreditate e senza alcuna concertazione per come previsto dalla stessa norma. Ridistribuire economie non certificate, di fatto – si sottolinea – produce un aumento di spesa sul bilancio sanitario regionale’.
‘A questo punto – proseguono le senatrici – considerando che il Piano operativo, strumento di accompagnamento al Piano di rientro, scade il prossimo 31 dicembre 2015 e che l’equilibrio finanziario rimane vincolo imprescindibile per l’uscita dal Piano di rientro, è necessario un intervento da parte dei ministri della Salute e dell’Economia e Finanze.
‘Un intervento necessario – concludono le senatrici Lo Moro e Dirindin – per attivare verifiche urgenti a partire dal tavolo di monitoraggio convocato per il prossimo 23 luglio, al fine di evitare errori irreversibili della struttura commissariale e per garantire che le attività della stessa siano improntate a rigore e trasparenza e rispettosi del ruolo della Regione, nonché per assicurare che ogni possibile risparmio di spesa possa essere destinato a reali miglioramenti dell’assistenza sanitaria erogati ai cittadini calabresi o a minore prelievo fiscale regionale’.