‘Al collega Casini dico che mi aspettavo un discorso più rigoroso: le leggi dello Stato si rispettano tutte, anche se nel rispettarle si determina un fatto politico difficile da gestire. Dunque, in quest’aula non c’è chi è buono e chi è cattivo, chi ha senso politico e chi non ce l’ha. Nella legge Severino noi abbiamo scritto che l’incandidabilità opera a prescindere dall’interdizione, che si interviene immediatamente a prescindere dall’interdizione e che la durata dell’incandidabilità prescinde dalla durata dell’interdizione e, anzi, interviene anche quando l’interdizione dai pubblici uffici non c’è. Un giudice o un organo politico che si rispetti non può, davanti ad una norma, rifiutarsi di interpretarla perché gli effetti vengono considerati devastanti e rivolgersi alla Corte, perché la Corte si interpella quando ci sono i requisiti processuali e di merito e la questione che abbiamo di fronte non dà adito a dubbi interpretativi di alcun rilievo’. Lo ha detto la senatrice Doris Lo Moro, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali e componente della giunta per le immunità nel suo intervento sulla pregiudiziale di sospensione. ‘Il Pd – ha proseguito Doris Lo Moro – continua a pensare che la legge Severino sia una buona legge, anche se sicuramente perfettibile. Una legge votata anche dal centrodestra e che disciplina l’articolo 65 della Costituzione, il quale stabilisce che la legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di deputato o di senatore. Non possiamo fermarci perché la prima applicazione non piace dal momento che si applica a Silvio Berlusconi’.