Doris Lo Moro (Pd) ha indossato la toga del giudice, ha fatto il sindaco di Lamezia, ha guidato l`assessorato alla Sanità della Calabria e, dopo una legislatura alla Camera, nel 2013 è stata eletta al Senato: «Sono abbastanza riservata quando si tratta di procedure così delicate, ho preferito regolarmi così perché a noi in giunta serve serenità di giudizio».
Dunque preferisce evitare atteggiamenti da protagonista.
«Sì, però ora rispondendo non vorrei diventare protagonista mio malgrado. Io sono riservata sul serio».
La giunta è investita di una funzione molto delicata, in questo momento?
 «Si sta discutendo se la funzione della giunta sia paragiurisdizionale, e io ho una mia idea su questo, ma quello che è certo e che la nostra funzione è molto delicata. E che richiede un comportamento conseguente. Per la giunta sono previste regole non contemplate per le altre commissioni».
Regole che tutti dovrebbero seguire?
«Non mi sento di dare giudizi su comportamenti degli altri. E poi quando si è capogruppo, per esempio, si ha anche il dovere di parlare all`esterno. Ci sono ruoli e ruoli. Io ho lavorato e spero di averlo fatto con serietà. Ho studiato a fondo la relazione e le istanze difensive. Ora sono pronta a una discussione di merito. Il caso si presta sicuramente a una seria discussione».
Lei sostiene l`incandidabilità legata alla sentenza di primo grado.
«Incandidabilità per condanne di primo grado per reati molto gravi. Era la posizione del Pd. L`emendamento alla legge Severino era mio. Non passò e diventò una proposta di legge a mia firma».