“Celebriamo con solennità il 25 aprile: la Liberazione è patrimonio di tutti e di tutte le generazioni. Oggi, come allora, è la storia della nostra libertà. Per questo è difficile comprendere le polemiche che ogni anno riecheggiano da parte di chi mostra una certa difficoltà a celebrare questa giornata come un momento unico di riscatto dall’orrore del nazifascismo e a rivendicare la conquista della libertà, della democrazia e della giustizia”. Lo scrive in una nota Beatrice Lorenzin, vice presidente dei senatori PD. “Inquieta questa diffidenza e questo fastidio per il 25 aprile, quando dovrebbe essere un grande momento di unità nazionale. Stride, per inopportunità, il richiamo alla sobrietà per le celebrazioni di una giornata cardine della Storia Repubblicana. C’è piuttosto da essere molto presenti e attenti ai valori fondanti della nostra Costituzione, che sembrano parlarci con un messaggio attuale e cogente”, prosegue la senatrice dem. “Sono trascorsi ottant’anni dalla Liberazione, e i valori conquistati allora sono più che mai attuali, così come la necessità di richiamare la difesa delle democrazie liberali, oggi sotto attacco dall’esterno e dall’interno, con il crescendo di ideologie nazionaliste e miti autocratici. Il presente ci richiama al senso della Storia, quando nuovamente abbiamo una guerra in Europa, frutto dell’invasione russa dell’Ucraina allo scopo dichiarato di annettere con la forza uno Stato sovrano. Le superpotenze globali rivendicano apertamente mire espansionistiche con rivendicazioni di stampo imperialistico. Si fa presente l’eco di una spartizione del globo per aree d’influenza: segno di un mondo che sta cambiando nelle logiche geopolitiche che lo dominano, abbandonando l’idea che la libera circolazione delle persone, delle idee e delle merci, così come il sostegno alle istituzioni multilaterali, sia la base per la costruzione di una pace duratura e per promuovere democrazia e libertà”, sottolinea Lorenzin. “Il 25 aprile ci ricorda come la libertà non sia mai scontata, cosa significhi perderla e quanto possa essere alto il prezzo della sua difesa. Si rivendica oggi, attualizzando la celebrazione, un’idea di Stato pienamente democratico, inclusivo ed europeo. Anche l’idea di Occidente, nata dal dopoguerra, dalla solidarietà tra i popoli e da una visione comune di pace e sviluppo, oggi entra in crisi su tutti i fronti. Tocca a noi, europei, raccogliere il testimone per meglio custodire quel modello e rinnovarlo alla luce delle sfide globali. Per tutto questo, il giorno della Liberazione diventa di straordinaria attualità e richiede uno sforzo da parte di tutti per il rinnovamento vivo del senso della democrazia e del suo valore, del significato di libertà e dell’onere della sua difesa. Da qui passa anche il futuro dell’Europa e del suo destino politico, che deve finalmente compiersi”, conclude Lorenzin.
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