“A leggere il Sole24ore nel DEF forse spuntano 5 miliardi per la sanità, ma forse no. Noi abbiamo chiesto, e lo facciamo già dal primo Aiuti, la copertura del debito delle Regioni contratto per il Covid, denunciando l’inevitabile ulteriore crisi dei servizi regionali. La soluzione andava trovata nella legge di bilancio, ma al cambio di legislatura non si è voluto capire. A quello si è aggiunta la preannunciata crescita della domanda di salute, la fuga dei sanitari dal pubblico, le liste d’attesa aumentate, i Lea bloccati. Non sono sufficienti quindi soluzioni tampone, ma una scelta strutturale che comporta inevitabilmente l’aumento del fondo sanitario nazionale, in linea con la media dei Paesi UE, risorse strutturali essenziali per la riforma del personal sanitario e per garantire l’implementazione delle riforme socio sanitarie”. Lo dichiara la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin.
“Ieri in aula non siamo stati per nulla rassicurati né sui progetti né sulle riforme salute previste dalla missione 6 del PNRR – aggiunge – La titubanza del ministro su case ed ospedali di comunità è sembrata in linea con le dichiarazioni ripetute nel tempo da diversi esponenti della maggioranza che hanno più volte negato la realizzazione delle reti come hub della riforma della medicina territoriale. Se così fosse il governo non ha presentato una controproposta che ci permetta di non perdere gli investimenti su medicina territoriale, né si vedono all’orizzonte misure nel finanziamento ordinario, risorse indispensabili per rendere attrattiva l’Italia per medici , infermieri ed esercenti le professioni sanitarie.
“Non c’è volontà di polemica – conclude Lorenzin – ma consapevolezza che per il SSN pubblico e universalista, dopo il Covid e con l’inflazione che incide su acquisti e forniture, è un momento critico. La sanità è una priorità per tutti e c’è bisogno che sia una consapevolezza di tutti”.