“Mi risulta difficilmente comprensibile sul piano logico la contrapposizione fatta da Giorgia Meloni tra politiche contro la denatalità e per il lavoro femminile e politiche dell’immigrazione. Soprattutto poi con il corollario delle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura. Non mi stupisce dalla Meloni leader di Fratelli d’Italia, mi preoccupa molto invece in bocca alla Meloni-Premier. Contrapporre questi due aspetti nasconde solo l’impotenza del governo ad affrontarli entrambi”. Lo dice la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin.
“Non ci servono – spiega Lorenzin – gli occhiali dell’ideologia per programmare la crescita e lo sviluppo economico dell’Italia nei prossimi 30 anni, così come la sostenibilità del nostro stato sociale. D’altra parte non solo l’Istat ci dice chiaramente come le coorti femminili siano drasticamente diminuite negli ultimi 40 anni con il fenomeno del baby-bust, cosa che quindi rende il tasso di sostituzione impossibile nei fatti da raggiungere, ma anche lo stesso Def liquidato appena ora dal governo Meloni ci rappresenta come la corretta integrazione dei fenomeni migratori nei percorsi produttivi rappresenti una determinante spinta per il Pil. La Germania ha affrontato lo stesso problema, peraltro molto complesso, con una precisa strategia di immigrazione e integrazione, pur avendo politiche attive per la natalità e le pari opportunità femminili che in Italia ce le sogniamo. Questo non significa, poi, che il Paese non debba investire su politiche attive per la natalità, per la famiglia e per le pari opportunità, che sono un’assoluta priorità come ci indicano tutti i report Istat, così come è indispensabile raggiungere un livello di servizi alla persona e mettere in campo politiche del lavoro, di conciliazione e di parità salariale che ci portino almeno a raggiungere la media europea”.