“L’ultimo in ordine di
tempo, ma non certo per orrore: il femminicidio della
piccola Martina ci interroga prepotentemente su come fermare
questa ondata d’odio che non riguarda piu’ solo gli adulti,
ma investe sempre piu’ spesso i giovanissimi. Vittime
“bambine”, carnefici ragazzi: e’ il segno di una crisi
profonda nelle relazioni, che colpisce il cuore stesso della
nostra societa’. Cosa stiamo aspettando per intervenire su
tutti i fronti su cui abbiamo gli strumenti per agire? A
partire dall’educazione, dalla comunicazione, dalla cultura,
fino all’uso, e all’eta’ in cui si accede, ai social media.
L’educazione all’affettivita’ deve diventare da subito parte
integrante dei percorsi formativi nelle scuole, gia’ da
quella dell’infanzia”. Lo afferma in una nota Beatrice
LORENZIN, vicepresidente dei senatori del Pd. “I crimini
d’odio, le violenze tra i giovani e i femminicidi che
continuano a colpire senza tregua ci parlano di un malessere
profondo, di un cambiamento radicale nei rapporti umani che
sconvolge le vite sin dai primi anni. E’ necessario agire in
modo sistemico. La scuola e’ il pilastro educativo e
culturale su cui costruire una nuova consapevolezza: non
possiamo farne a meno. Servono reti nelle comunita’ che
aiutino i genitori ad essere per primi consapevoli di un
cambiamento nella gestione dei sentimenti e delle relazioni,
che necessita di molta attenzione e di una stretta
collaborazione con la scuola per aiutare i giovani a
rifiutare la cultura dell’odio, del possesso e di un
sostanziale non riconoscimento dell’altro, che sta
deteriorando la nostra societa’”, conclude Lorenzin.