“È incomprensibile la reazione italiana all’iniziativa europea Choose Europe for Science, un fastidio che sa più di dispettucci tra ministri che di strategia”. Lo afferma in una nota Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori Pd, aggiungendo: “Mentre l’Europa investe 500 milioni per attrarre i migliori ricercatori e la Francia rilancia con altri 100 milioni, l’Italia si lamenta invece di cogliere l’occasione e stare in prima fila e premere il piede sull’acceleratore invece che sul freno”.
“D’altra parte – dichiara la parlamentare dem – è ormai chiaro a tutti che la sfida dell’Europa e dell’Italia con il suo manufatturiero, è sulla competitività, e che la competitività si gioca su ricerca ed innovazione e che ricerca ed innovazione la fanno i ricercatori con i loro team ed infrastrutture. I 50 milioni annunciati dal ministro Bernini sono sicuramente utili, ma non cambiano di certo il paradigma di un paese che continua a perdere ricercatori, scienziati e personale iper qualificato. D’altra parte – scrive ancora la senatrice – la traiettoria del nuovo documento di finanza pubblica non prevede rivoluzioni su ricerca ed istruzione, anzi”.
“Appare quindi ancora più inspiegabile – prosegue Lorenzin – la risposta stizzosa dell’Italia che poteva invece essere Lei la promotrice dell’iniziativa ascoltando il grido d’allarme e gli appelli che si sono susseguiti nei mesi dai nostri scienziati. La competizione è globale e intra europea, stiamo perdendo terreno nella ricerca, nei trial clinici, nel biomedicale per la lentezza dei nostri sistemi regolatori , mentre i nostri vicini non stanno a guardare e da qualche tempo hanno messo in campo riforme e investimenti ingenti su attrattività degli investimenti, ricerca e trasferimento tecnologico .Il Medical Research Act tedesco è solo l’ultimo esempio sull’attrattività della sperimentazione clinica, quindi perdita annunciata per i nostri trial , per i nostri pazienti e risorse per i nostri ospedali. Serve una strategia chiara e coraggiosa. La scienza ha bisogno di visione, investimenti stabili e libertà. Se non agiamo ora, resteremo ai margini di un’Europa che vuole correre per recuperare il terreno e il capitale umano perso nei decenni scorsi”, conclude la senatrice.


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