“In questi giorni sorge spontanea una domanda: ma Giorgia Meloni ha una strategia riguardo alla posizione dell’Italia in Europa? Il voto contrario alla conferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea segna un punto di svolta senza precedenti. L’Italia, uno dei sei Paesi fondatori, non si era mai schierata apertamente contro la maggioranza che esprime l’esecutivo comunitario. Questo atto avrà inevitabili ripercussioni sulla nostra capacità di influenzare le decisioni europee.
Francia e Spagna, al contrario, hanno saputo giocare le loro carte in modo vincente. Parigi ha ipotecato il portafoglio del mercato interno e Madrid energia e clima, ruoli chiave per il futuro dell’Unione. L’Italia, invece, rischia di ricevere deleghe di minore importanza, come la sburocratizzazione o il Mediterraneo, quest’ultima interessante per Meloni sotto il profilo “elettorale”, pensiamo ai migranti, ma sicuramente di peso inferiore e fuori dalle grandi partite economiche. Il nostro Paese non siede quindi al tavolo politico in cui si disegna il futuro del continente.
Il costo di questo isolamento potrebbe essere elevato in vista del nuovo Patto di stabilità e del Recovery Plan, dossier cruciali sui quali l’Italia dovrà negoziare politicamente condizioni più favorevoli e la realtà del nostro debito monstre incombe. Le richieste di proroga per il Recovery Plan, ad esempio, potrebbero essere più difficili da ottenere.
Si specula che Meloni stia puntando sulla vittoria di Trump nelle prossime elezioni americane. Tuttavia, la politica “America First” di Trump non è al momento conciliabile con gli interessi europei e potrebbe peggiorare i rapporti commerciali transatlantici. Per l’Italia, seconda manifattura in Europa, una riduzione delle importazioni di prodotti europei a favore della produzione interna americana sarebbe una minaccia significativa.
Questa sbandierata coerenza della Premier alle sue posizioni politiche mette l’Italia in una posizione marginale insieme ai partiti antieuropeisti e di ultra destra. Gli italiani non possono proprio ringraziare”. Così la vicepresidente dei senatori del Pd Beatrice Lorenzin.


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