“Sono diventata mamma da ministra
della Salute. E per di più di due gemelli. Un periodo faticoso, ma
anche positivo, di grande energia. Avevo, però, anche la possibilità
di poter gestire, di attrezzare una nursery vicino al mio ufficio,
organizzare gli appuntamenti, allattare gestendo i tempi. Non per
tutte le donne del mondo sanitario è così”. E’ il racconto
all’Adnkronos Salute dell’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin,
della sua esperienza di maternità a pochi giorni dalla Festa della
mamma. “Il mondo della sanità è sempre più femminile – sottolinea – ma
la conciliazione vita-lavoro in questo settore è molto difficile tra i
turni, le guardie, la notte, orari massacranti: un lavoro che per le
mamme è quanto mai duro”.
“Donne medico, professioniste sanitarie, infermiere. E’ un settore che
si sta femminilizzando sempre di più”, evidenzia Lorenzin. “E’ un
cambiamento che va considerato a tutti i livelli. Per esempio ci
sarebbe bisogno, da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere, di
una attenzione maggiore alle esigenze di un mondo tutto al femminile,
adeguando gli standard regolatori – gli orari, le notti, i turni –
rispetto alle necessità di chi è madre, predisponendo servizi, asili
nido aziendali con dei modelli che ti permettano di svolgere
l’attività professionale”.
Per quanto riguarda la sua esperienza, Lorenzin ammette: “Se guardo
indietro mi dico ‘come ho fatto?’. Perché è stato faticosissimo, è
inutile negarlo: allattavo i figli, non dormivo la notte. Ma i bambini
sono stati anche un fattore di forza, energia e di cambiamento
positivo persino all’interno del ministero della Salute. Certo, io ho
potuto fare ‘adeguamenti’ perché ero la ‘padrona del vaporetto’: ho
potuto fare ‘il ministro con i bambini’, portandoli con me. E’ stata
la chiave personale che ho trovato per vivere la maternità e il
lavoro. Tra l’altro il ministero della Salute aveva già l’asilo nido –
un asilo eccezionale – dove, in una fase successiva, sono stati
accolti i miei bambini. Era aperto fino alle 6 e mezza del pomeriggio,
conforme all’orario di lavoro della struttura. Durante la giornata si
poteva andare a trovare i bambini nelle pause, poi tornavi alla
scrivania. Una situazione che concilia il lavoro e la maternità e che
dovrebbe essere possibile per tutte le donne. Tutto diventerebbe molto
più semplice e ne guadagnerebbe anche la produttività, oltre che la
qualità della vita”.