“Dopo le liste d’attesa in sanità, la Lega si smarca dalla maggioranza anche sul salario minimo con il Ddl Durigon, così la maggioranza di governo si mostra ancora una volta spaccata nel merito e sulle politiche di bilancio”. Lo scrive in una nota Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori PD, aggiungendo: “Alla vigilia del Primo Maggio, il governo si ritrova, dopo tre anni di legislatura, senza una rotta su produttività e salari, senza una politica industriale capace di reggere le crisi e le sfide che si susseguono rapidamente, a differenza dei nostri vicini di casa, dai tedeschi agli spagnoli, né tantomeno è capace di intervenire sull’altro lato della medaglia, quello dei salari: né minimo né equo, tanto per capirci”.
“Il tema del capitale umano – prosegue la parlamentare dem – è fuori dalla rotta del governo, così come lo è la lotta alla piaga del lavoro povero. Difficile, così, programmare politiche di sviluppo e sostenibilità, comprese quelle per porre rimedio all’inverno demografico. La Lega ‘di lotta’ non fa che evidenziare il vuoto e la confusione nel programma di governo, e le sue stesse contraddizioni rispetto al DFP appena presentato dal ministro Giorgetti, che sui diritti sociali non poteva essere più esplicito nel dire che risorse, per lui, non ce ne sono. Si naviga a vista, eppure gli scogli su cui si schianterà la barca nazionale si profilano chiari all’orizzonte”, conclude Lorenzin.


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