“Dai dati degli istituti di statistica l’Italia della Meloni è un Paese che si arrende all’inverno demografico, allo spopolamento dell’industria e della produzione, alla fuga dei cervelli, alla crisi della sanità e della scuola”. Lo afferma Beatrice Lorenzin, vice presidente dei senatori Pd, che argomenta: “Mettiamo in fila i numeri aggiornati, raccolti dai principali istituti, che oggi campeggiano sulla stampa italiana. Gli ottantenni superano ormai i bambini sotto i 10 anni – parliamo di oltre 4,5 milioni di ultraottantenni a fronte di appena 370 mila nascite nel 2024, l’ennesimo minimo storico. Le coppie con figli sono solo il 28,2% delle famiglie italiane. Il 36,2% di queste ultime è composto da persone sole, e il 63,3% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori. Intanto, il 40% degli ultrasettantenni – in prevalenza donne – vive da solo, spesso senza un adeguato supporto familiare. In un solo anno, 1,5 milioni di italiani in più hanno rinunciato a curarsi: oggi quasi uno su dieci (9,9%) rinuncia a visite ed esami, a causa di liste d’attesa interminabili o per motivi economici. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso 97 mila laureati, e solo nel 2023 sono partiti 21 mila giovani tra i 25 e i 34 anni, mentre i rientri restano irrisori. Nel frattempo, otto nuovi posti di lavoro su dieci sono stati occupati da over 50. Nel comparto industriale mancano oggi 850 mila lavoratori, e, dati anagrafici alla mano, nel 2050 mancheranno all’appello 5 milioni di lavoratori. Intanto, i salari reali restano inferiori del 10% rispetto al 2009, con un calo delle retribuzioni contrattuali negli ultimi 5 anni del 4,4%. Quasi un italiano su quattro è a rischio povertà, e al Sud la percentuale sfiora il 40%. Questa non è solo una fotografia: è la diagnosi clinica di un Paese in stato avanzato di crisi sociale e sistemica”.
“A fronte di tutto ciò – prosegue Lorenzin – gli investimenti in ricerca restano bassissimi, l’attrattività per il capitale umano è pari a zero, così come inesistenti sono le politiche sull’immigrazione e sull’inclusione. Nessuna risorsa è stata stanziata per affrontare il tema della non autosufficienza, di cui conosciamo benissimo i numeri in crescita esponenziale in rapporto all’aumento dell’età della popolazione, così come non si vedono piani all’orizzonte su prevenzione e invecchiamento attivo. Questa è la traiettoria tracciata dal governo per i prossimi 10 anni. Dove andremo? Ce lo dice la demografia: a sbattere”.
“Le politiche del governo, intrise di slogan salvifici, non invertono di un solo punto la tendenza sulla natalità, nemmeno tra le coppie straniere – rilancia la senatrice dem – Finché abbiamo ancora un po’ di margine di manovra, dovremmo dare priorità a rendere l’Italia un Paese attrattivo per le persone, italiane e non. Dobbiamo comprendere che salute e istruzione sono fattori di sicurezza sociale e leve strategiche di attrattività nel mondo di oggi”.
“L’equazione del declino è chiara: un Paese più vecchio e più povero. I salari bassi condannano a pensioni povere. Salari bassi e ascensore sociale bloccato alimentano la fuga delle competenze. E senza competenze non c’è innovazione, e senza innovazione non c’è sviluppo. Abbiamo chiaro che neanche il PNRR ci salverà, perché invece di accompagnarlo a politiche attive per centrare gli obiettivi per le prossime generazioni, il governo ha passato gli ultimi due anni e mezzo a scaricare le responsabilità delle proprie miopi visioni sui “governi precedenti”. È ora di capire se questo governo politico un’idea di futuro ce l’ha o meno”, conclude Lorenzin.


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