Cosa c’è da migliorare nel Piano oncologico nazionale? “Beh,
innanzitutto c’è da attuarlo, nel senso che si tratta di un piano ben fatto, che si
concentra sulla prosecuzione di una tradizione di lavoro importante in Italia, quindi
sulla prevenzione, l’attuazione dei piani diagnostici terapeutici, la piena
attuazione delle reti oncologiche, il registro nazionale unico: peccato che a due
anni dalla sua entrata in vigore siamo ancora in una fase di costituzione della
cabina di regia, e questo oggettivamente ci lascia molto perplessi sull’attuazione
del piano”. Così Beatrice Lorenzin, senatrice Pd, nel giorno in cui a Palazzo Madama
si è tenuto un incontro sul piano oncologico nazionale. “Dall’altro lato – aggiunge
l’ex ministra della Salute – abbiamo invece i fatti concreti, i Lea e il nomenclatore
tariffario: da rinvio a rinvio, dal 2017 ad oggi, si arriva all’ulteriore impugnativa
avvenuta nel gennaio di quest’anno. Dai commenti e dalle critiche emerge che molte
terapie sono rimaste fuori, sono stati sbagliati i marker tumorali, su Ngs e sulla
diagnostica genomica abbiamo un’applicazione totalmente eterogenea sul territorio
nazionale, senza garantire l’accesso alla diagnostica genomica in tutte le regioni
nello stesso modo, con una discriminazione enorme sulle possibilità di guarigione per
i nostri pazienti”. “Ancora si fa fatica – sottolinea Lorenzin – a veder realizzare
il registro unico, così come le reti sui territori: insomma, il piano è bello ma poi
bisogna mettere in campo tutte quelle azioni a latere del piano stesso che servono
per farlo vivere nel nostro territorio. Ricordiamoci che se facciamo funzionare bene
la rete del cancro in Italia in realtà facciamo funzionare bene la sanità pubblica
italiana, in quanto il cancro nella sua diagnosi e presa in carico abbraccia
tantissime branche della medicina”. “Inoltre – ricorda la parlamentare dem – nei Lea
abbiamo visto non dare riscontro in modo adeguato al tema dell’adroterapia e quindi
c’è ancora aperta del Cnao (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, ndr) di
Pavia. C’è una carenza di fondi in molte chiavi, manca la riabilitazione oncologica
importantissima per determinati tumori e purtroppo le cose che mancano nei Lea sono
tantissime, rispetto a una legge del 2017 che prevedeva che i Lea venissero
aggiornati obbligatoriamente ogni due anni. E invece siamo ancora all’applicazione di
quella stagione”.


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