“Ho presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Salute sull’ospedale “G.F. Ingrassia” di Palermo alla luce di alcuni fatti gravi accaduti nel nosocomio, che denotano una situazione preoccupante dal punto di vista della legalità e del buon funzionamento della struttura”. Lo scrive il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, sul suo sito web www.giuseppelumia.it.
“In particolare – spiega – la direzione generale dell’Asp di Palermo ha rilevato la mancata attivazione del sistema di videosorveglianza, la presenza abusiva di distributori di snack e bevande all’interno della struttura, la manomissione del quadro elettrico che ha mandato fuori uso il laboratorio dell’ospedale per 24 ore”.
“L’attività di controllo e risanamento – continua Lumia – portata avanti dalla direzione generale dell’Asp rientra nell’ambito dell’azione amministrativa del governatore Crocetta e dell’assessore regionale della salute Lucia Borsellino volta a una verifica capillare degli sprechi, al contrasto dei fenomeni di corruzione e di collusione mafiosa. Per questo ho chiesto ai ministri in questione di sapere quale attività sistemica intendano avviare per fare della lotta agli sprechi, alla corruzione ed alla “mafia bianca” una priorità di legalità, al fine di assicurare il diritto alla salute dei cittadini”.

 
Segue testo interrogazione


Ai Ministri dell’interno e della salute


Premesso che a quanto risulta all’interrogante:
il presidio ospedaliero “G.F. Ingrassia” di Palermo e facente parte dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo è stato oggetto di una serie di preoccupanti fatti (regolarmente denunziati alle forze dell’ordine) sui quali anche la direzione generale dell’azienda sanitaria provinciale ha aperto una verifica al fine di comprenderne la natura delittuosa;
l’ospedale di Palermo, sito nella parte alta della città in corso Calatafimi “Mezzo Monreale”, è una struttura vetusta (esiste, infatti, da 114 anni) ma ha, allo stesso tempo, una presenza di elevata qualità professionale in diversi settori che ivi operano. Di recente si sono verificati fatti (furti e danneggiamenti) di forte gravità ed ancor più preoccupanti in quanto avvenuti in una sorta di escalation e che meritano, quindi, una particolare descrizione al fine di poter compiere un’attenta valutazione;
è avvenuta la sottrazione di 2 televisori di 32 pollici, di cui uno montato, a 2 metri e mezzo di altezza, sulla parete di una stanza di degenza dell’unità di Chirurgia generale e l’altro dalla stanza degli infermieri del medesimo reparto;
il furto denunziato alla stazione dei Carabinieri “Mezzo Monreale”, competente per territorio, è ancora senza responsabili e non risulta che abbia trovato delle denunce da parte di testimoni, benché sia avvenuto in un trafficato reparto ospedaliero e addirittura in una stanza di degenza mentre erano ricoverati pazienti. Pare abbia che nessuno visto nulla, nonostante per lo smontaggio fossero necessari una scala e degli attrezzi;
il 15 settembre 2014 il neo-direttore sanitario dell’ospedale ha denunziato addirittura la manomissione di un quadro elettrico posto nel corridoio contiguo al laboratorio di analisi, dopoché allo stesso quadro risultava collegata in maniera abusiva una macchina distributrice di bevande che aveva provocato il distacco della corrente elettrica, e quindi l’inattività, del laboratorio del presidio ospedaliero per 24 ore. In tale occasione, la direzione dell’azienda sanitaria veniva a conoscenza dell’abusiva presenza di numerose macchine distributrici di bevande e snack (pare appartenenti a 3 ditte di Palermo), nei vari piani dell’ospedale. A seguito di tale notizia, mai in precedenza pervenuta, la direzione generale disponeva per la rimozione delle stesse, senza che nessuno potesse spiegare come fosse stato possibile collocare macchine di enorme volume e rifornirle continuamente attraverso la presenza giornaliera di mezzi di trasporto voluminosi. Il giorno successivo, ossia il 16 settembre, un cappellano agostiniano denunziava il furto di tutte le stazioni della Via Crucis posizionate all’interno della cappella dell’ospedale Ingrassia, benché le stesse non avessero alcun valore commerciale e benché fosse presente sull’altare un tabernacolo mobile e di valore all’interno del quale erano conservate le ostie consacrate. Il furto, in assenza di effrazione, sarebbe avvenuto durante le ore diurne, poiché la sera la cappella viene chiusa a chiave;
l’escalation è giunta al culmine quando si è appreso che il 19 settembre uno degli ascensori dell’ospedale Ingrassia, precisamente un montalettighe, in uso al solo personale (vista la necessità di possedere un’apposita chiave) subiva un grave incidente (discesa libera dell’ascensore) nel corso del quale rimanevano ferite 5 persone (4 refertati) con prognosi di 10 giorni. Attivate, immediatamente, le verifiche tecniche da parte dell’apposito servizio aziendale (che si occupa, peraltro, istituzionalmente, dei controlli sugli ascensori della provincia), i cui tecnici sono ufficiali di Polizia giudiziaria, si perveniva alla grave conclusione, contenuta in un verbale del 22 settembre 2014, che “l’impianto nel suo complesso non ha mostrato deficienze tecniche, non resta altro che presumere che il fatto sia potuto dipendere da un’azione esterna”. Anche la suddetta circostanza è stata oggetto di apposita denunzia presso la competente autorità di Polizia nella stessa data;
è opportuno, inoltre, evidenziare che la struttura ospedaliera è già da alcuni anni dotata all’esterno di un impianto di videosorveglianza che non è stato, però, mai attivato. In considerazione di tali inquietanti episodi ed al fine di garantire ulteriormente la tutela delle persone e delle strutture, la direzione generale ha, in questi giorni, disposto l’immediata attivazione dell’impianto che è stato attivato, senza alcuna spesa aggiuntiva, nell’arco di poche ore. In merito, appare incomprensibile come un impianto di videosorveglianza, il quale copre l’intero perimetro esterno dell’ospedale, possa essere rimasto inspiegabilmente spento per tutto questo tempo ed essere attivato, solo dopo la richiesta della direzione generale, come già detto, nell’arco di poche ore;
appare necessario evidenziare come, recentemente, l’azienda ospedaliera abbia ricevuto l’approvazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo (l’ospedale Ingrassia è, infatti, una struttura vincolata) oltreché del Genio civile del progetto di una completa ristrutturazione, per un investimento di ben 17.000.000 euro che permetterà una piena funzionalità del vetusto ospedale. Da anni, proprio per le condizioni strutturali in cui lo stesso versa, ai continui guasti, rotture di tubi, necessità di continui interventi murari, corrispondono reiterati interventi di riparazione da parte di diverse ditte. Queste ultime, con un ospedale completamente rimodernato, non avrebbero più una ripetuta e sicura fonte di guadagno e, quindi, si riuscirebbe a raggiungere l’obiettivo di garantire il livello dovuto di modernità ed efficienza;
a quanto risulta all’interrogante l’ospedale è collocato nel contesto mafioso del mandamento “Pagliarelli” (come segnalato nella relazione della Direzione nazionale antimafia del 2013) composto dall’omonima famiglia, da quella di corso Calatafimi, di Borgo Mulara e di quella di Rocca-Mezzo Monreale dove insiste la struttura ospedaliera. Il mandamento è stato storicamente guidato da Antonino Rotolo, un boss di primo piano ai vertici dell’organizzazione mafiosa. Oggi è guidato da un pericoloso latitante, il boss Giovanni Motisi, responsabile tra l’altro dell’omicidio del commissario di Polizia Antonio Cassarà. Per quanto riguarda il territorio dove sorge l’ospedale, viene più volte segnalato nei documenti ufficiali dell’autorità giudiziaria, la presenza della famiglia mafiosa dei Badagliacca, in particolare di Pietro, di suo figlio Angelo e Gaetano Badagliacca. È opportuno segnalare il legame di questo mandamento col mandamento storico di Santa Maria del Gesù e con quello più recente, collocato nella zona del corleonese, di San Giuseppe Jato;
l’azione dell’amministrazione e del governatore Crocetta e dell’assessore regionale della salute Lucia Borsellino ha avviato una capillare verifica degli sprechi, dei fenomeni di corruzione e di collusioni mafiose;
l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, di recente, attraverso l’azione dell’attuale direttore generale, Antonio Candela, è in testa a questo tipo di attività, avendo posto in essere una sistemica azione di contrasto, che non ha precedenti: ad esempio la revoca di 3 aggiudicazioni di maxi appalti, che da un valore di 100 milioni di euro sono stati reindetti a poco meno di 50 milioni, peraltro con un miglioramento degli stessi servizi. In 2 casi non vi è stata da parte delle imprese aggiudicatrici impugnazione per annullare le revoche di aggiudicazioni; come risulta dagli organi di stampa, diverse sono state le denunzie in ordine a misteriose sottrazioni di nuove attrezzature acquistate dall’Azienda sanitaria provinciale di Palermo per il centro di riabilitazione “villa delle Ginestre” di Palermo, per un valore di circa 250.000 euro; è stata denunciata, inoltre, una turbativa d’asta per una gara di 40 milioni di euro per la fornitura di pannoloni; sono state denunciate truffe per doppie fatturazioni su forniture di presidi o ausili; così, anche, vi sono state altre denunce per truffa in ordine a doppie fatturazioni sui presidi ausiliari;
risulta, sempre dagli organi di stampa, un’intensa attività di indagine su appalti, di notevole rilievo economico, che sono stati revocati dal direttore generale,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro dell’interno sulla sicurezza che va garantita ai cittadini ed al personale sanitario dell’ospedale Ingrassia, al fine di prevenire e colpire quanti operano, protetti e collusi, con le organizzazioni mafiose;
quali misure di sicurezza intenda promuovere a sostegno dell’attività di legalità e risanamento, già intrapresa dal direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo con risultati di comprovati risparmi per oltre 50 milioni di euro, nonché per quanto riguarda il potenziamento dell’offerta sanitaria, territoriale e ospedaliera;
quali attività di collaborazione e sostegno il Ministro della salute abbia intrapreso per garantire un risanamento economico che non danneggi i servizi e che colpisca la corruzione e le collusioni mafiose;
quale attività sistemica i Ministri in indirizzo intendano avviare per fare della lotta agli sprechi, alla corruzione ed alla “mafia bianca” una priorità di legalità, al fine di assicurare il diritto alla salute dei cittadini.


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